Quando apri il rubinetto per goderti una doccia calda, probabilmente non ti soffermi a pensare a come quell’acqua abbia raggiunto la temperatura ideale. Tuttavia, questo è esattamente ciò su cui si concentrano sempre di più molte aziende energetiche, specialmente nell’area occidentale degli Stati Uniti, dove nuove soluzioni tecnologiche stanno emergendo con forza.
Negli ultimi anni, gli scaldabagno a pompa di calore elettrica si stanno facendo strada come una delle alternative più efficienti e sostenibili per il riscaldamento dell’acqua nelle abitazioni. Questi dispositivi non solo consumano meno energia, ma ora sono anche al centro di un innovativo esperimento che punta a sincronizzare il loro funzionamento con i momenti in cui la rete elettrica è alimentata prevalentemente da fonti rinnovabili.
Wesley Whited, consulente presso DNV, una delle principali società di consulenza globali nel settore energetico, spiega quanto questa tecnologia sia facilmente gestibile: «Gli scaldabagno a pompa di calore sono estremamente semplici da controllare», afferma. L’idea è quella di sfruttare le abitudini prevedibili dei consumatori. Whited evidenzia che le famiglie tendono a concentrare l’uso dell’acqua calda al mattino, mentre il pomeriggio, intorno alle 13:00, la domanda è decisamente più bassa. Coincidenza interessante: è proprio in quelle ore che la produzione di energia rinnovabile raggiunge spesso il suo picco massimo, generando un surplus di energia pulita che rischierebbe altrimenti di andare sprecato.
Questa sincronizzazione intelligente consente ai sistemi di riscaldamento dell’acqua di accumulare calore proprio quando l’elettricità rinnovabile è più abbondante e meno costosa. Il risultato? Un duplice beneficio: riduzione dei costi in bolletta per i consumatori e minore emissione di gas serra per l’intero sistema.
Per Whited, si tratta di un passo fondamentale nella transizione energetica globale. «Da una prospettiva climatica», sottolinea, «uno scaldabagno a pompa di calore rappresenta davvero un eroe invisibile, pronto a dare un contributo decisivo alla lotta contro il cambiamento climatico».
Il reportage, curato da ChavoBart Digital Media, è stato rilasciato sotto licenza Creative Commons, consentendone la condivisione libera, sia su piattaforme digitali che su supporti cartacei.