Nel cuore delle rigogliose pianure delle Central Tablelands, nel sud-ovest dell’Australia, circa 15 milioni di anni fa, prosperava un ambiente ricco di vita, tra acque dolci e foreste fitte. Proprio in questo scenario, il sito paleontologico di McGrath Flat, nei pressi di Gulgong, nello stato del Nuovo Galles del Sud, ha restituito un fossile straordinariamente conservato che sta riscrivendo la conoscenza della fauna preistorica australiana.
Un team di ricerca dell’Australian National University ha portato alla luce un esemplare fossile di una specie di pesce fino ad oggi sconosciuta: il Ferruaspis brocksi, denominato così in onore del suo scopritore. La qualità della conservazione del fossile è talmente incredibile da mostrare non solo dettagli anatomici intatti, ma anche il contenuto dello stomaco e il colore originale delle squame. I risultati di questo studio sono stati pubblicati dal Museum Research Institute di Sydney all’interno del prestigioso Journal of Vertebrate Paleontology.
Un fossile eccezionale nel cuore del Nuovo Galles del Sud
Il Ferruaspis brocksi rappresenta il primo esempio conosciuto di pesce smelt d’acqua dolce ritrovato nel territorio australiano. L’appartenenza alla famiglia degli Osmeriformes rende questa scoperta particolarmente significativa, poiché fino ad ora il loro record fossile risultava lacunoso nel continente australiano e in Nuova Zelanda. I resti di questo esemplare sono stati rinvenuti incastonati in formazioni rocciose ricche di ferro che hanno permesso una conservazione eccezionale, garantendo una finestra aperta su un’epoca compresa tra 11 e 16 milioni di anni fa.
L’eccezionale stato del fossile ha permesso agli studiosi di osservare persino il contenuto del suo stomaco: una testimonianza diretta dell’alimentazione del pesce. Si è scoperto che il Ferruaspis brocksi seguiva una dieta opportunistica, cibandosi principalmente di piccoli invertebrati acquatici e larve di moscerino fantasma. In un fossile, è stato individuato persino un parassita attaccato alla coda, identificato come un giovane mitilo d’acqua dolce chiamato glochidium, che utilizza i pesci come mezzo di trasporto lungo i corsi d’acqua.
Il colore di un pesce vissuto milioni di anni fa
Uno dei dettagli più affascinanti di questa scoperta riguarda la ricostruzione del colore originale del pesce. Grazie all’uso di avanzatissime tecnologie microscopiche, un ricercatore dell’Università di Canberra, in collaborazione con il CSIRO, ha identificato minuscole strutture pigmentate chiamate melanosomi all’interno del fossile. Queste particelle hanno permesso di comprendere che il Ferruaspis brocksi aveva una colorazione più scura sul dorso e più chiara sulla zona ventrale, con due sottili strisce laterali che attraversavano il corpo lungo i fianchi. È la prima volta che i melanosomi vengono utilizzati per ricostruire la livrea cromatica di un pesce estinto, mentre in passato erano stati impiegati soltanto per ricostruire il colore delle piume di antichi uccelli preistorici.
La sorpresa di McGrath Flat: un tesoro paleontologico
Il paleontologo Brocks, visibilmente entusiasta, ha descritto il fossile come “uno dei più belli mai scoperti a McGrath Flat”. La scoperta del primo vertebrato tra innumerevoli fossili di piante e insetti ha sorpreso la comunità scientifica. L’analisi della posizione dei resti suggerisce che il Ferruaspis brocksi trascorse l’intera vita in acqua dolce, un fatto che contrasta con il comportamento delle attuali specie di Osmeriformes, che spesso migrano tra acqua salata e dolce. Questa scoperta dimostra quanto i fossili con tessuti molli perfettamente conservati siano fondamentali per approfondire la storia evolutiva delle specie ittiche australiane e comprendere gli ecosistemi che popolavano il continente milioni di anni fa.