La Luna è un corpo celeste unico nel sistema solare, con caratteristiche che la distinguono da qualsiasi altro satellite naturale conosciuto. Perché la Terra possiede una Luna così grande rispetto alla sua dimensione, mentre altri pianeti rocciosi come Venere e Mercurio non ne hanno alcuna? La risposta più accreditata è che la Luna sia in realtà un pezzo della Terra, staccatosi a seguito di un evento catastrofico avvenuto miliardi di anni fa.
Un satellite eccezionale nel sistema solare
Tra tutti i pianeti rocciosi, solo la Terra ha un satellite così massiccio. La Luna possiede circa l’1,2% della massa terrestre, un valore enorme se confrontato con le lune degli altri pianeti. Inoltre, il momento angolare del sistema Terra-Luna è insolitamente elevato rispetto a qualsiasi altro pianeta terrestre. Questo suggerisce che l’origine della Luna non sia stata un semplice processo di cattura gravitazionale, come avvenuto per i piccoli satelliti di Marte, ma un evento di proporzioni straordinarie.
Un’altra peculiarità è la sua composizione chimica: la superficie lunare è ricca di potassio (K), elementi delle terre rare (REE) e fosforo (P), un insieme noto come KREEP. Questo indica che la Luna è stata completamente fusa a un certo punto della sua storia, il che richiede un’enorme quantità di energia. Inoltre, le analisi degli isotopi mostrano una forte somiglianza tra la Luna e la Terra, suggerendo che entrambe provengano dallo stesso materiale originario.
L’ipotesi dell’impatto gigante: Theia e la nascita della Luna
L’idea più accreditata per spiegare la formazione della Luna è l’ipotesi dell’impatto gigante. Secondo questo scenario, circa 4,5 miliardi di anni fa, quando il sistema solare era ancora giovane, un protopianeta grande quanto Marte, chiamato Theia, colpì la proto-Terra con un impatto devastante.
Si stima che la collisione sia avvenuta a una velocità di circa 32.000 km/h, un valore relativamente basso rispetto ad altri impatti cosmici. L’energia sprigionata fu immensa: il nucleo metallico di Theia affondò nel cuore della Terra, contribuendo alla crescita del suo nucleo ferroso, mentre le parti più leggere furono scagliate nello spazio.
Dopo l’impatto, i detriti espulsi rimasero in orbita terrestre, e in un periodo compreso tra poche ore e diversi secoli, si aggregarono fino a formare un corpo solido: la Luna. Alcuni modelli suggeriscono addirittura che inizialmente potessero esistere due lune, con la seconda che, nel corso del tempo, si sarebbe lentamente fusa con quella principale, spiegando la differenza morfologica tra il lato visibile e quello nascosto della Luna.
Un evento ancora più violento? L’ipotesi della sinestia
Un’altra variante dell’ipotesi dell’impatto suggerisce che la proto-Terra potesse avere una rotazione estremamente veloce prima della collisione. L’impatto con Theia avrebbe quindi generato una struttura simile a una gigantesca ciambella di plasma, nota come sinestia. Questa avrebbe poi progressivamente condensato il materiale in eccesso, portando alla formazione della Luna.
Questo scenario spiegherebbe come mai il satellite abbia subito una completa fusione, fondendo gli elementi KREEP e mescolando i materiali originari di Theia e della Terra.
Domande ancora aperte sulla formazione della Luna
Nonostante l’ipotesi dell’impatto gigante sia la spiegazione più convincente, restano ancora alcuni misteri irrisolti. Ad esempio, se la Luna è stata completamente fusa, anche la superficie terrestre avrebbe dovuto subire un evento simile, ma non esistono prove evidenti di un antico oceano di magma sulla Terra.
Inoltre, sulla Luna sono stati rilevati elementi volatili, come l’acqua intrappolata nelle rocce, che avrebbero dovuto disperdersi completamente a seguito di un impatto così violento.
Sebbene non esista una prova definitiva, la teoria dell’impatto gigante rimane la spiegazione più solida per comprendere l’origine della Luna. In mancanza di una macchina del tempo, gli scienziati continueranno a cercare nuove prove per affinare questa affascinante storia cosmica.