Due delle cinque estinzione di massa più devastanti nella storia della Terra potrebbero essere state innescate da supernove relativamente vicine, con effetti catastrofici sulla biosfera. Secondo un recente studio, pubblicato nei Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, potenti esplosioni stellari avrebbero distrutto lo strato di ozono, esponendo il pianeta a un’intensa radiazione ultravioletta e alterando profondamente il clima.
La ricerca sulle supernove e il tasso di estinzione di massa
Gli scienziati hanno a lungo cercato di comprendere le cause delle estinzioni avvenute nel tardo Devoniano (circa 372 milioni di anni fa) e nel tardo Ordoviciano (circa 445 milioni di anni fa). A differenza dell’evento che ha portato alla scomparsa dei dinosauri, per il quale esiste un chiaro collegamento con l’impatto di un asteroide, le spiegazioni per questi due antichi eventi di estinzione rimangono incerte.
L’ipotesi delle supernove non è nuova, ma mancavano prove convincenti. Le esplosioni stellari rilasciano particolari isotopi radioattivi, come il ferro-60, che potrebbero essere rilevati nei sedimenti geologici. Tuttavia, con un’emivita relativamente breve, tali elementi scompaiono con il passare dei milioni di anni, rendendo difficile una conferma diretta.
In questo nuovo studio, gli autori hanno adottato un approccio diverso: hanno esaminato la popolazione di stelle O e B – le più massicce e destinate a esplodere come supernove – entro un raggio di 1.000 parsec (circa 3.260 anni luce) dalla Terra. Hanno stimato che, nel corso della storia del nostro pianeta, supernove sufficientemente vicine da causare danni significativi si sarebbero verificate con una frequenza compatibile con gli eventi di estinzione di massa registrati nei fossili.
Effetti devastanti delle supernove sulla Terra
Se una supernova esplodesse entro 65 anni luce dalla Terra, il suo impatto sarebbe disastroso. L’onda d’urto di raggi gamma e X potrebbe distruggere gran parte dello strato di ozono, permettendo alla radiazione ultravioletta del Sole di raggiungere la superficie senza filtri. Questo evento sarebbe letale per molti organismi, soprattutto quelli alla base della catena alimentare marina, scatenando un effetto a catena che porterebbe a carestie e crolli ecologici.
Oltre alla distruzione dell’ozonosfera, un altro possibile effetto sarebbe un drastico cambiamento climatico. L’ozono, infatti, influenza la temperatura terrestre a seconda della sua distribuzione nell’atmosfera. La sua improvvisa scomparsa potrebbe alterare l’equilibrio termico del pianeta, spingendolo verso una nuova era glaciale, come quella che si ritiene abbia caratterizzato entrambi gli eventi di estinzione in esame.
Un’ipotesi ancora da dimostrare
Sebbene lo studio fornisca una stima solida del tasso di supernove potenzialmente dannose per la Terra, la mancanza di prove dirette lascia aperto il dibattito. Gli autori riconoscono che, nel corso di centinaia di milioni di anni, le stelle e i loro resti si spostano all’interno della galassia, rendendo difficile identificare eventuali residui di stelle di neutroni o buchi neri che possano confermare una connessione diretta.
Tuttavia, il fatto che il tasso di supernove vicine sia coerente con il numero di estinzioni di massa rimane un dato significativo, suggerendo che almeno alcuni degli eventi più devastanti nella storia della vita sulla Terra potrebbero avere avuto un’origine cosmica.