I gatti domestici convivono con gli esseri umani da oltre diecimila anni. Se in origine il loro ruolo principale era quello di abili cacciatori di roditori, oggi questi affascinanti animali sono diventati i compagni fedeli e, per molti, membri della famiglia a pieno titolo. In diverse parti del mondo, come negli Stati Uniti e in Australia, oltre il 30% delle famiglie ospita almeno un gatto nella propria casa. Non sorprende che molte persone li considerino amici, figli adottivi o confidenti silenziosi. Ma la domanda rimane: i gatti provano lo stesso tipo di affetto nei confronti degli altri gatti? E tra loro, possono davvero instaurare amicizie durature?
Il linguaggio segreto dei gatti: segnali d’affetto e di alleanza
Nonostante l’opinione comune li dipinga come creature indipendenti e spesso schive, diversi studi scientifici hanno rivelato un lato più sociale e collaborativo nei comportamenti dei felini domestici. Le manifestazioni di affetto tra gatti si esprimono attraverso gesti specifici, che spesso passano inosservati agli occhi dei meno esperti. Le toelettature reciproche, lo strofinarsi il muso e il dormire accoccolati sono chiari segnali di una relazione di fiducia e complicità.
Tuttavia, quando i rapporti si incrinano, la situazione può degenerare rapidamente. I gatti, a differenza di altre specie sociali, possiedono pochissimi comportamenti di pacificazione e preferiscono evitare o fuggire dal conflitto piuttosto che cercare una riconciliazione. Questo può generare uno stato di tensione e stress all’interno dell’ambiente domestico, tanto da spingere i proprietari a chiedersi se valga la pena introdurre un nuovo compagno per il proprio gatto.
La formula dell’amicizia felina: femmine, legami di sangue e crescita condivisa
Creare una convivenza armoniosa tra più gatti non è un’impresa semplice. Le ricerche condotte su colonie di gatti randagi, liberi di muoversi sul territorio, dimostrano che le amicizie più solide nascono tra femmine imparentate, che crescono insieme e condividono il territorio fin dalla giovane età. Nelle famiglie che accolgono più gatti all’interno delle mura domestiche, le probabilità di formare legami stretti aumentano se gli animali sono sterilizzati e sono stati introdotti l’uno all’altro da cuccioli.
Curiosamente, tra i gatti castrati, i maschi tendono a creare relazioni più affiatate rispetto alle coppie maschio-femmina. Le coppie di femmine, invece, si mostrano meno propense a stabilire relazioni di amicizia durature. Il momento dell’introduzione gioca un ruolo fondamentale nel determinare la qualità del legame sociale tra due gatti: una presentazione graduale e controllata è essenziale per favorire una convivenza serena.
Vita all’aperto: tra rivalità e rispetto dei confini
Mentre la vita sociale dei gatti d’appartamento è stata ampiamente analizzata, conosciamo meno le dinamiche relazionali dei felini domestici che sono liberi di vagare all’aperto. La tendenza prevalente in questi casi è un comportamento territoriale e competitivo. Nonostante ciò, gli incontri tra gatti esterni non sempre si traducono in scontri violenti: spesso prevale una tolleranza reciproca, almeno fino a quando non si verifica un’invasione del territorio o si entra in competizione per risorse come il cibo.
L’accesso all’ambiente esterno introduce però ulteriori rischi. I gatti che escono all’aperto portano spesso con sé odori estranei, che possono scatenare aggressività nei confronti degli altri gatti di casa. Inoltre, il predatorio impatto ambientale dei gatti su molte specie di fauna selvatica, in particolare in regioni come l’Australia, ha portato a restrizioni severe sulla libertà di movimento dei felini domestici. I pericoli esterni comprendono anche incidenti stradali, malattie trasmissibili e persino l’intervento di vicini infastiditi dalla loro presenza.
Gatti e cani: una convivenza sorprendentemente serena
Contrariamente allo stereotipo dei nemici giurati, i gatti possono stringere relazioni positive anche con i cani, purché l’introduzione sia fatta in modo graduale e rispettando i tempi di entrambi. Molti gatti vivono in armonia con i loro compagni canini, condividendo giochi e momenti di riposo, a volte addirittura dormendo insieme. I gatti che vivono esclusivamente in casa si mostrano spesso più aperti e socievoli verso i cani di famiglia, probabilmente perché meno esposti a esperienze negative con cani sconosciuti.
Il legame più forte rimane quello con l’umano
Alla fine, la relazione più significativa nella vita di un gatto domestico è quella che instaura con il proprio umano di riferimento. Anche se possono formare legami affettivi con altri animali, non esiste alcuna necessità reale che un gatto abbia un compagno felino per sentirsi soddisfatto o realizzato. Un ambiente stimolante, la compagnia quotidiana del proprietario e momenti di gioco interattivi sono spesso sufficienti a garantire al gatto un benessere psicofisico ottimale.
Dopotutto, il loro carattere indipendente e l’aura di misteriosa riservatezza fanno parte del loro indiscusso fascino.