Il maestoso squalo della Groenlandia, conosciuto scientificamente come Somniosus microcephalus, è uno degli esseri viventi più longevi del pianeta. Alcuni esemplari di questa affascinante specie potrebbero aver solcato le acque dell’Oceano Artico già all’epoca di Galileo Galilei e William Shakespeare, superando i 500 anni di vita. Oggi, una dettagliata mappa del suo genoma offre nuovi indizi sui segreti molecolari che rendono possibile questa impressionante longevità.
Il DNA dello squalo rivela i geni della lunga vita
Un team di ricercatori dell’Università di Tokyo ha guidato la prima analisi completa del genoma di questo enigmatico predatore. Attraverso tecniche di sequenziamento ad alta fedeltà, è stato decifrato l’86,5% del codice genetico responsabile della produzione delle proteine in S. microcephalus. La ricerca ha identificato una sorprendente abbondanza di geni legati alla riparazione del DNA, alla funzione immunitaria e alla protezione contro il cancro.
Gli scienziati hanno evidenziato come questo antico pesce possegga copie multiple di geni coinvolti nella via di segnalazione NF-κB, un meccanismo molecolare fondamentale per il controllo dell’infiammazione, la riparazione cellulare, la proliferazione delle cellule sane e la prevenzione delle malattie autoimmuni. La capacità di mantenere l’equilibrio di questi processi biologici potrebbe spiegare la straordinaria resistenza dello squalo a patologie tipiche dell’invecchiamento.
Mutazioni protettive e resistenza ai tumori
Secondo quanto riportato dagli studiosi, mutazioni genetiche specifiche sembrano inibire la crescita e la diffusione dei tumori all’interno del corpo dello squalo. Questi adattamenti evolutivi avrebbero permesso a Somniosus microcephalus di raggiungere una longevità senza pari nel mondo animale. La via di segnalazione NF-κB, in particolare, gioca un ruolo centrale, regolando apoptosi, riparazione del DNA e risposte immunitarie in maniera molto più efficace rispetto ad altre specie di pesci.
I ricercatori hanno osservato che questa efficiente regolazione genetica protegge lo squalo non solo dai tumori, ma anche da malattie infiammatorie croniche e autoimmuni, elementi che solitamente limitano la durata della vita nei vertebrati.
Un gigante degli abissi a rischio
Lo squalo della Groenlandia, che può raggiungere lunghezze superiori a 6 metri e superare il peso di 1.000 chilogrammi, cresce lentamente e non diventa sessualmente maturo fino ai 150 anni. Questa straordinaria longevità, combinata con un tasso riproduttivo estremamente basso, rende la specie particolarmente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici e delle attività umane, come la pesca intensiva e l’inquinamento delle acque.
Le implicazioni per la ricerca umana sulla longevità
L’esplorazione del genoma di Somniosus microcephalus apre scenari entusiasmanti anche per la medicina umana. Comprendere come questo squalo artico gestisca la riparazione genetica, il controllo delle infiammazioni e la resistenza ai tumori potrebbe gettare le basi per future scoperte biomediche volte a migliorare la salute e ad aumentare l’aspettativa di vita dell’uomo.
Il team suggerisce che la prossima fase di ricerca includerà il sequenziamento di più individui provenienti da diverse aree dell’Oceano Artico e dell’Atlantico Settentrionale, per chiarire meglio la variabilità genetica e le dinamiche delle popolazioni globali.
Una risorsa fondamentale per gli studi futuri
L’assemblaggio del genoma creato dai ricercatori giapponesi rappresenta un punto di riferimento essenziale per la biologia marina e la genetica evolutiva. Lo studio, attualmente disponibile come preprint sulla piattaforma bioRxiv, non è ancora stato sottoposto a revisione paritaria, ma si prevede che stimolerà numerosi approfondimenti nei prossimi anni.