Nelle gelide acque dell’Alto Artico canadese, un gruppo di narvali è stato osservato mentre utilizzava le proprie iconiche zanne in modo del tutto inaspettato. Le immagini, catturate dall’alto grazie a droni a controllo remoto, mostrano questi cetacei artici impegnati in interazioni che potrebbero rappresentare la prima documentazione di comportamenti ludici nella specie.
I narvali (nome scientifico Monodon monoceros), conosciuti anche come i cosiddetti unicorni del mare, trascorrono l’estate in una baia remota e isolata situata nelle isole dell’Alto Artico canadese. Ed è proprio qui che, durante l’estate del 2022, gli scienziati hanno ripreso tre esemplari intenti a muovere e brandire le proprie zanne spiralate, colpendo e pungolando dei salmerini artici (Salvelinus alpinus), pesci che solitamente non fanno parte della loro dieta abituale.
Le zanne dei narvali come strumenti di interazione, non solo di caccia
In una delle sequenze più sorprendenti registrate dal team di ricerca guidato da Greg O’Corry-Crowe, ecologo comportamentale e genetista presso la Florida Atlantic University di Fort Pierce, un narvalo viene visto spingere delicatamente un pesce, facendo ruotare il suo corpo solo con la punta o il lato della lunga zanna. Questo gesto, ripetuto senza che vi sia stato alcun tentativo di predazione, suggerisce che l’animale fosse coinvolto in un comportamento esplorativo o addirittura ludico.
O’Corry-Crowe, che ha scelto di adottare un approccio osservativo definito “naturalistico e comportamentale in stile vecchio”, ha voluto indagare il comportamento dei narvali in modo diretto, trascorrendo lunghe ore a seguirli con droni. I video realizzati mostrano le balene mentre sembrano esplorare il loro ambiente, in un clima di relativo relax, privo della tensione tipica della caccia invernale.
La zanna: da strumento competitivo a possibile mezzo di gioco
La zanna del narvalo, un dente allungato e a spirale che si estende dal labbro superiore — presente soprattutto nei maschi, ma a volte anche in alcune femmine — può raggiungere la metà della lunghezza dell’intero animale, che misura in media 4,5 metri. La funzione primaria di questa struttura anatomica è stata per anni oggetto di studio: gli scienziati ipotizzano che sia un carattere sessuale secondario, utile per l’esibizione e la competizione tra maschi. Tuttavia, è noto anche il suo utilizzo come organo sensoriale, capace di percepire variazioni nella temperatura e nella salinità dell’acqua.
Le nuove osservazioni suggeriscono però che la zanna possa essere impiegata anche per finalità sociali e ricreative, allontanando l’idea che questi cetacei siano unicamente impegnati in una lotta continua per la sopravvivenza nelle acque ostili dell’Artico.
Un ambiente estivo che invita all’esplorazione
Secondo O’Corry-Crowe, l’atmosfera documentata nei video era quella di una sorta di “vacanza estiva” per i narvali, un periodo in cui i cetacei sembrano concedersi momenti di interazione non predatoria, esplorando gli altri abitanti della baia, come i salmerini artici. Nonostante questi pesci non rappresentino una delle loro prede abituali, i narvali si sono mostrati interessati, senza però attaccare o consumare il pesce dopo averlo colpito o pungolato.
La sorpresa degli scienziati e la scoperta del “gioco” tra le balene artiche
Il comportamento osservato ha stupito i ricercatori, che raramente hanno la possibilità di assistere a scene di interazione così dettagliate in natura, a causa delle difficoltà logistiche e climatiche delle spedizioni nell’Alto Artico. L’ambiente a basso stress, unito ai movimenti ripetitivi delle zanne e alla mancanza di un intento predatorio evidente, supporta l’ipotesi che i narvali possano effettivamente giocare.
Per O’Corry-Crowe, questo studio apre una nuova finestra sulla comprensione dei comportamenti sociali e cognitivi delle balene artiche, dimostrando che, anche in un habitat estremamente difficile, c’è spazio per l’esplorazione e, forse, il divertimento.