L’eclissi lunare totale che ha recentemente affascinato milioni di osservatori ha riacceso l’interesse per il nostro satellite naturale, spingendo molti a domandarsi come sarebbe fare astronomia direttamente dalla Luna. Con missioni umane sempre più vicine a diventare realtà, sorgono nuove domande: esiste una Stella Polare anche per i futuri astronauti lunari? E se sì, è la stessa che guida i navigatori terrestri da secoli?
L’asse di rotazione della Luna e il suo orientamento celeste
Come ogni corpo significativo del Sistema Solare, anche la Luna ruota attorno a un proprio asse. Tuttavia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’asse lunare non è perfettamente allineato con quello della Terra. Questo perché il piano orbitale lunare è inclinato rispetto all’equatore terrestre, e il risultato è che la Luna presenta poli celesti differenti rispetto a quelli terrestri.
Mentre l’asse terrestre è inclinato di 23,4 gradi rispetto al piano dell’orbita attorno al Sole, la Luna mantiene un’inclinazione molto minore, circa 1,5 gradi rispetto al piano orbitale Terra-Luna intorno al Sole. Di conseguenza, il suo asse punta in direzioni leggermente diverse rispetto a quello terrestre. Questo comportamento rende i poli celesti lunari unici, con un moto di precessione che si completa in circa 18,6 anni, molto più rapido rispetto ai 26.000 anni della precessione terrestre.
La mancanza di una vera Stella Polare lunare
Sul nostro pianeta, l’attuale Stella Polare, Polaris, si trova quasi esattamente sopra il Polo Nord celeste, rendendola un fondamentale punto di riferimento per l’orientamento. Ma sulla Luna, la situazione è ben diversa.
Il Polo Celeste Nord della Luna si sposta attraverso una regione della costellazione del Drago, dove non ci sono stelle visibili a occhio nudo abbastanza vicine da fungere da stella polare. L’astro più vicino, Altais (Delta Draconis), si trova a una certa distanza ed è relativamente debole, con una magnitudine di 3. Per chi osserva dal suolo lunare, non rappresenta una guida particolarmente affidabile.
Le condizioni migliorano leggermente al Polo Celeste Sud lunare. Qui, il polo si avvicina alla costellazione del Dorado, con Delta Doradis come stella di riferimento. Nonostante la sua magnitudine di 4,3, che la rende invisibile dalla Terra in condizioni di inquinamento luminoso, sulla Luna, priva di atmosfera e di luci artificiali, questa stella è più facilmente visibile. Inoltre, il Polo Celeste Sud si trova a pochi gradi dalla Grande Nube di Magellano, un riferimento brillante e facilmente identificabile, visibile anche a occhio nudo.
La navigazione lunare senza una vera stella polare
L’assenza di una stella polare luminosa complica la navigazione astronomica sulla Luna. Un ipotetico astronauta potrebbe trovarsi in difficoltà se i sistemi di comunicazione e localizzazione fallissero. Attualmente si stanno sviluppando progetti per un GPS lunare, ma finché non sarà operativo, le stelle rimarranno uno dei pochi strumenti utili per orientarsi, soprattutto sul lato lontano della Luna, dove la Terra non è visibile per fungere da punto di riferimento.
Nel polo sud lunare, luogo prescelto per molte future basi lunari grazie alla possibile presenza di ghiaccio d’acqua, il cielo meridionale potrebbe offrire qualche risorsa in più. La Grande Nube di Magellano, visibile come un alone chiaro, potrebbe diventare un fondamentale punto di riferimento per chi dovesse muoversi sul terreno lunare durante la lunga e fredda notte lunare, che può durare fino a 14 giorni terrestri.
Il cielo lunare: una bussola fatta di stelle e galassie
Navigare grazie a stelle distanti centinaia di anni luce è già straordinario, ma usare una galassia come la Grande Nube di Magellano, che si trova a circa 160.000 anni luce dalla Terra, rende la prospettiva ancora più affascinante. Senza campo magnetico, atmosfera o inquinamento luminoso, il cielo della Luna offre un’opportunità unica per un’astronomia di precisione, anche se non ci sarà mai una vera Stella Polare luminosa come quella che guida gli esploratori terrestri.