La straordinaria scoperta del fossile di un antico cefalopode, avvenuta presso il celebre giacimento di La Voulte-sur-Rhône Lagerstätte, nell’attuale Francia, ha permesso di gettare nuova luce sull’evoluzione degli octopodi. Il protagonista di questa eccezionale testimonianza paleontologica è Proteroctopus ribeti, una creatura che visse durante il Giurassico, circa 165 milioni di anni fa. Conservato in modo eccezionale, l’esemplare ha permesso di osservare a occhio nudo le sue braccia flessibili e gran parte della sua morfologia a corpo molle. Attualmente si trova esposto al Musée de Paléontologie de La Voulte-sur-Rhône, dove continua ad affascinare studiosi e appassionati di tutto il mondo.
Le scansioni del fossile svelano dettagli inediti di Proteroctopus
Nel 2016, un gruppo di scienziati ha deciso di esaminare nuovamente questo straordinario fossile, utilizzando le più moderne tecniche di microtomografia a raggi X con sincrotrone. Grazie a questa tecnologia, è stato possibile ottenere immagini ad alta definizione delle strutture interne ed esterne di Proteroctopus, rivelando particolari mai osservati prima.
Inizialmente descritto, nel 1982, come un polpo primitivo, Proteroctopus è stato successivamente riclassificato come un membro basale dei Vampyropoda, il gruppo che comprende sia gli attuali calamari vampiro che i moderni polpi. Questa nuova collocazione sistematica ha cambiato profondamente la comprensione delle origini evolutive dei cefalopodi.
Le ventose doppie e la scomparsa della sacca d’inchiostro: un polpo atipico
Uno degli aspetti più sorprendenti emersi dall’analisi è la presenza di due file di ventose sulle braccia. Questo dettaglio ha spiazzato i paleontologi, i quali ritenevano che tale caratteristica si fosse sviluppata in epoche successive all’interno della linea evolutiva degli octopodi. L’anatomia di Proteroctopus dimostra, invece, che la duplicazione delle ventose potrebbe rappresentare un tratto ancestrale, ereditato dagli antichi cefalopodi.
Altrettanto inaspettata è stata la totale assenza di una sacca d’inchiostro. Sebbene i polpi attuali, così come numerosi cefalopodi vissuti durante il Giurassico, siano noti per l’utilizzo dell’inchiostro a scopo difensivo, Proteroctopus ne era privo. La mancanza della sacca potrebbe essere stata compensata dalla presenza di due pinne piccole ma sviluppate, che conferivano a questo animale un’elevata capacità di manovra. Una caratteristica simile si osserva oggi solo nei polpi cirrati delle profondità marine, che fanno affidamento su appendici natatorie per muoversi in ambienti a bassa energia.
Un gladio interno e un sistema nervoso già complesso
Le indagini hanno anche rivelato la presenza di un gladio poco mineralizzato, una sorta di conchiglia interna che nei polpi moderni è scomparsa del tutto. Questo elemento indica che i primi parenti degli attuali octopodi non erano ancora completamente privi di strutture rigide e che Proteroctopus rappresenta una forma di transizione cruciale tra i calamari primitivi e i polpi veri e propri.
Particolarmente rilevante è stata anche l’individuazione di un nervo assiale che attraversava ciascun braccio. Questo sistema nervoso, rudimentale rispetto a quello dei polpi odierni, costituisce però un primo passo verso l’estrema complessità neuronale osservabile oggi negli octopodi, noti per la loro intelligenza e la capacità di coordinazione motoria indipendente delle braccia.
Proteroctopus e gli altri fossili di polpi antichi
Pur essendo uno dei cefaliopodi fossili più antichi e meglio conservati conosciuti, Proteroctopus non detiene il primato di polpo fossile più antico. Questo titolo appartiene a Pohlsepia mazonensis, risalente a circa 296 milioni di anni fa, nel periodo Carbonifero. Ritrovato presso il sito di Mazon Creek Lagerstätte, negli attuali Stati Uniti, Pohlsepia è considerato un possibile antenato degli octopodi, sebbene la sua classificazione resti oggetto di dibattito scientifico.
Un altro esemplare degno di nota è Vampyronassa rhodanica, coevo di Proteroctopus e rinvenuto anch’esso nel giacimento fossilifero di La Voulte-sur-Rhône. Nonostante non sia il più antico, Proteroctopus si distingue per l’importanza delle informazioni fornite agli scienziati, contribuendo a ricostruire l’evoluzione dei cefalopodi vampiropodi.
La rarità dei fossili di organismi a corpo molle
La fossilizzazione degli animali a corpo molle rappresenta un evento eccezionale. Questo perché i tessuti molli si decompongono rapidamente e solo condizioni ambientali straordinarie, come quelle offerte dal giacimento di La Voulte-sur-Rhône, permettono la loro conservazione dettagliata. Studi recenti sulla fossilizzazione delle rane hanno dimostrato che determinati fattori, come il tipo di sedimento e la rapidità della sepoltura, possono influire profondamente sul livello di dettaglio preservato in questi organismi.
Il caso di Proteroctopus ribeti dimostra ancora una volta quanto le scoperte paleontologiche di organismi molli siano rare, ma essenziali per comprendere le dinamiche evolutive degli antichi abitanti dei mari giurassici.