Nel cuore delle montagne dei Ghati Occidentali, nell’India sud-occidentale, gli alberi delle foreste tropicali stanno dimostrando una sorprendente resilienza alle temperature estreme che colpiscono la regione durante la stagione estiva. Secondo una recente indagine pubblicata a febbraio sulla rivista Global Change Biology, diverse specie arboree sopportano caldi potenzialmente dannosi per brevi periodi ogni giorno, senza subire danni permanenti al loro apparato fogliare.
Le condizioni climatiche estreme tra marzo e giugno
Nei mesi estivi, che in quest’area si estendono da marzo a giugno, le temperature massime superano frequentemente i 37° Celsius. Le previsioni climatiche stimano un ulteriore aumento di circa 4 gradi Celsius entro i prossimi sessant’anni. Tali prospettive pongono seri interrogativi sulla sopravvivenza delle foreste tropicali, poiché il calore eccessivo può ridurre drasticamente l’efficienza fotosintetica delle foglie, compromettendo la capacità degli alberi di produrre zucchero e ossigeno.
Gli esperimenti di laboratorio mostrano che, una volta superati i 46,7° Celsius, il sistema fotosintetico delle foglie va incontro a un blocco totale. Nonostante ciò, alcune specie tropicali nei Ghati Occidentali riescono a resistere a simili condizioni per brevi intervalli quotidiani, rimanendo operativi nella produzione di energia.
Il contributo di Akhil Javad e il lavoro sul campo
L’ecologo Akhil Javad, attualmente presso l’Università di Leeds, ha svolto un ruolo fondamentale in questa ricerca. Durante le sue attività sul campo, si è trovato ad arrampicarsi su alberi alti oltre cinque volte la sua statura per collocare sensori di temperatura sulle chiome. Questi strumenti, fissati con strutture in fibra di carbonio, hanno monitorato senza interruzione le temperature delle foglie e dell’aria circostante per quattro mesi nel 2023.
In un’area di 6 ettari coltivata con vaniglia, cacao e anacardi, Javad ha installato 14 sensori su 12 alberi appartenenti a specie come il sandalo rosa, il legno di ferro, il bosso di Ceylon e il Kindal. Tuttavia, il lavoro non è stato privo di ostacoli: venti impetuosi hanno più volte spostato i sensori, un temporale ha distrutto una settimana di dati, e scimmie langur hanno perfino strappato e danneggiato le apparecchiature.
L’importanza dell’esposizione cumulativa al calore
Secondo Deepak Barua, ecologo presso l’Indian Institute of Science Education and Research Pune, il fattore cruciale non è tanto il picco di temperatura, quanto la durata dell’esposizione al calore. La ricerca di Javad è la prima ad analizzare l’impatto cumulativo del calore sulle foreste tropicali, un approccio raro a causa delle difficoltà logistiche che comporta.
I dati raccolti indicano che, durante i periodi più caldi, le foglie di queste piante hanno superato le soglie critiche di temperatura, che variano da 43,37° C a 45,5° C, per meno di dieci minuti al giorno. Sebbene trenta minuti di esposizione continua a tali valori possano provocare danni irreversibili alle foglie, gli alberi dei Ghati Occidentali sembrano in grado di gestire il caldo intenso in modo sorprendentemente efficace.
Le possibili conseguenze sulla salute degli alberi
Tuttavia, Andy Leigh, botanico dell’Università di Tecnologia di Sydney, sottolinea che persino brevi esposizioni giornaliere a temperature elevate potrebbero influenzare altri aspetti fondamentali della vitalità degli alberi, come la riproduzione e la resistenza alla siccità. Il suo gruppo di ricerca sta attualmente esaminando gli effetti indiretti del calore sugli ecosistemi australiani.
Barua, da parte sua, si mostra ottimista riguardo al crescente interesse scientifico per lo studio dell’esposizione termica cumulativa. Nonostante le sfide tecniche, si aspetta che sempre più ricercatori adottino tecniche simili nei diversi ecosistemi del pianeta, permettendo una comprensione più approfondita della resilienza delle foreste tropicali di fronte al riscaldamento globale.