Le foreste di molte regioni del mondo stanno affrontando una nuova minaccia silenziosa, capace di aggravare il rischio e la pericolosità degli incendi boschivi. Si tratta dei coleotteri xilofagi, insetti che si nutrono di legno morto, scavando gallerie e fori che rendono il materiale vegetale ancora più vulnerabile alle fiamme. Un recente studio condotto presso la Vrije Universiteit Amsterdam, nei Paesi Bassi, mette in luce un effetto inatteso di questa infestazione: la combustione del legno attaccato dagli insetti produce una quantità di carbonio significativamente superiore rispetto a quella sprigionata dal legno non danneggiato.
Il team guidato da Hans Cornelissen ha scoperto che i coleotteri non si limitano a danneggiare gli alberi vivi, contribuendo alla loro morte e aumentando la quantità di biomassa secca disponibile nei boschi. Una volta caduti a terra, i tronchi e i rami morti diventano un terreno fertile per ulteriori attacchi. Le tracce lasciate da questi insetti, comprese le gallerie scavate sotto la corteccia e i fori visibili sulla superficie del legno, alterano in modo sostanziale le proprietà fisiche del materiale.
Durante un esperimento specifico, i ricercatori hanno bruciato tronchi infestati, confrontando le emissioni con quelle generate dalla combustione di legno integro. Il risultato ha confermato che il materiale intaccato rilascia una quantità più elevata di anidride carbonica e altri gas a effetto serra. Questo perché i fori e le gallerie favoriscono una combustione più rapida e completa, aumentando l’efficienza del fuoco nel consumare la biomassa.
Gli effetti delle infestazioni di coleotteri si estendono quindi ben oltre la semplice morte degli alberi. La degradazione del legno da parte di questi insetti modifica la struttura interna dei tronchi, rendendoli più secchi e leggeri, caratteristiche che li rendono estremamente infiammabili. Di conseguenza, gli incendi che si sviluppano in aree colpite da infestazioni risultano più intensi, rapidi nella diffusione e capaci di sprigionare un maggior quantitativo di carbonio nell’atmosfera.
Il fenomeno è particolarmente preoccupante in regioni come il Nord America, l’Europa centrale e alcune aree dell’Asia, dove l’espansione dei coleotteri xilofagi è stata favorita dal riscaldamento globale e da inverni sempre più miti. La proliferazione di questi insetti contribuisce a creare un ciclo pericoloso: più alberi morti e danneggiati aumentano la disponibilità di combustibile secco, alimentando incendi più devastanti, che a loro volta rilasciano enormi quantità di gas serra, aggravando il cambiamento climatico.
Secondo Cornelissen, “i coleotteri fanno davvero la differenza”. La loro attività, apparentemente modesta, può incidere in maniera significativa sugli equilibri ecologici delle foreste e sul bilancio globale del carbonio. Studi futuri cercheranno di approfondire l’impatto su larga scala di questo fenomeno, che coinvolge non solo la biodiversità forestale, ma anche la gestione del rischio incendi in molte parti del mondo.