Un nuovo sguardo all’evoluzione attraverso l’analisi dell’equilibrio
Le orecchie non servono solo a percepire i suoni, ma giocano anche un ruolo fondamentale nell’equilibrio e nell’orientamento del corpo. Oltre a queste funzioni, sembrano ora offrire una chiave per comprendere l’evoluzione dei Neanderthal. Questi antichi ominidi comparvero circa 250.000 anni fa, evolvendosi da popolazioni pre-Neanderthal che abitavano l’Eurasia tra 500.000 e 250.000 anni fa.
Per lungo tempo, si è ritenuto che il passaggio dai pre-Neanderthal ai Neanderthal primitivi, e successivamente ai Neanderthal classici, avesse comportato poche variazioni significative. Tuttavia, una nuova ricerca pubblicata su Nature Communications mette in discussione questa ipotesi. L’analisi dell’orecchio interno ha infatti rivelato che, durante questo periodo, si sarebbe verificata una drastica perdita genetica, modificando la linea evolutiva dei Neanderthal in modo più profondo di quanto precedentemente ipotizzato.
Un collo di bottiglia genetico tra i Neanderthal
Uno studio condotto da un team di ricercatori spagnoli ha analizzato campioni di DNA estratti da fossili di Neanderthal, identificando una significativa perdita genetica tra le popolazioni primitive e quelle classiche. Questo fenomeno, noto come collo di bottiglia genetico, è il risultato di una forte riduzione demografica, che porta a una diminuzione della diversità genetica all’interno di una popolazione.
Secondo i dati raccolti, questo evento si sarebbe verificato circa 110.000 anni fa. In precedenza, alcuni scienziati avevano già ipotizzato un altro collo di bottiglia ancora più antico, responsabile della divergenza tra pre-Neanderthal e Neanderthal. La nuova scoperta suggerisce che i Neanderthal primitivi e classici abbiano subito un’ulteriore contrazione genetica, rendendoli meno diversificati rispetto ai loro predecessori.
Il ruolo dell’orecchio interno nella scoperta
Per indagare su questa perdita genetica, i ricercatori hanno analizzato i canali semicircolari dell’orecchio interno, strutture piene di liquido responsabili dell’equilibrio. La diversità morfologica di questi canali è stata confrontata tra diversi fossili di Neanderthal, rivelando risultati sorprendenti.
Lo studio ha preso in esame due collezioni fossili chiave:
- Il sito di Sima de los Huesos, ad Atapuerca, in Spagna, che risale a circa 430.000 anni fa ed è la più grande raccolta di fossili pre-Neanderthal mai scoperta.
- Il sito di Krapina, in Croazia, che ospita la più vasta collezione di Neanderthal primitivi, con reperti datati tra 130.000 e 120.000 anni fa.
Confrontando la diversità morfologica tra questi due gruppi, il team ha scoperto una netta riduzione della variabilità nei Neanderthal classici rispetto ai loro predecessori. Questo risultato è coerente con quanto emerso dalle analisi genetiche, confermando l’ipotesi di una significativa perdita di variabilità genetica in questa fase evolutiva.
Ridefinire la linea temporale dell’evoluzione
I dati raccolti indicano che i Neanderthal classici avevano una morfologia dei canali semicircolari meno diversificata rispetto ai pre-Neanderthal, suggerendo un collo di bottiglia più recente di quanto inizialmente ipotizzato.
“Siamo rimasti sorpresi nel constatare che i pre-Neanderthal della Sima de los Huesos presentavano un livello di diversità morfologica simile a quello dei Neanderthal primitivi di Krapina”, ha dichiarato Alessandro Urciuoli, autore principale dello studio. “Questo mette in discussione l’ipotesi di un collo di bottiglia alla base della linea evolutiva dei Neanderthal”.
L’ampio spettro temporale e geografico dei fossili esaminati ha permesso di delineare un quadro più dettagliato dell’evoluzione dei Neanderthal. Come sottolineato da Conde-Valverde, un altro autore dello studio, la riduzione della diversità tra i fossili di Krapina e i Neanderthal classici rappresenta una prova concreta dell’esistenza di un collo di bottiglia genetico, ridefinendo le conoscenze sulla storia di questa specie.