Il sonno nelle comunità tradizionali: un’analisi globale
Nelle società non industrializzate, il tempo dedicato al riposo notturno è sorprendentemente inferiore rispetto a quello delle popolazioni delle aree più sviluppate. Un’ampia analisi condotta su 54 studi in tutto il mondo ha evidenziato come le comunità tradizionali dormano mediamente meno rispetto agli abitanti delle nazioni industrializzate.
Un caso emblematico è quello degli Himba della Namibia, il cui sonno medio si attesta su sole 5,5 ore per notte. Questo dato smentisce l’idea diffusa secondo cui gli stili di vita moderni abbiano portato a una riduzione delle ore di riposo rispetto al passato.
Il mito della “crisi del sonno”
Molti ritengono che l’introduzione di schermi digitali e il ritmo frenetico della vita moderna abbiano causato un declino significativo della durata del sonno, dando origine alla cosiddetta epidemia di perdita di sonno. Tuttavia, Leela McKinnon, ricercatrice dell’Università di Toronto Mississauga, sottolinea come i dati non supportino questa teoria.
Numerosi studi basati su autovalutazioni delle persone sul proprio sonno hanno fornito risultati contrastanti, spesso non evidenziando alcuna riduzione della durata del riposo notturno nel corso dei decenni. Metodi di misurazione più affidabili, come i monitor di attività fisica e il tracciamento delle onde cerebrali con elettrodi, non hanno rilevato cambiamenti significativi nel sonno negli ultimi 50 anni.
Il confronto tra società industrializzate e non industrializzate
Per verificare se le persone dormissero di più prima dell’industrializzazione, gli studiosi hanno analizzato le abitudini di riposo nelle comunità tradizionali utilizzando strumenti avanzati come i braccialetti per il monitoraggio del sonno.
I risultati mostrano che, tra i cacciatori-raccoglitori, il tempo medio di riposo è sorprendentemente basso:
- I San dormono circa 6,7 ore a notte
- Gli Hadza raggiungono 6,2 ore
- I Bayaka si fermano a 5,9 ore
- Gli Himba registrano il dato più basso, con 5,5 ore
In confronto, gli abitanti delle società industrializzate riposano mediamente 7,1 ore, mentre nelle società non industrializzate il tempo medio di sonno è 6,4 ore.
Efficienza e regolarità del sonno
Un altro parametro analizzato è stato l’efficienza del sonno, ovvero la percentuale di tempo effettivamente dormito rispetto al tempo trascorso a letto.
Nei paesi industrializzati, questa percentuale è dell’88%, mentre nelle società non industrializzate scende al 74%.
Gli studiosi hanno anche misurato la regolarità dei ritmi circadiani, utilizzando un indice di funzione circadiana su una scala da 0 a 1, dove 1 indica una perfetta regolarità.
- Nelle società non industrializzate, il valore medio è 0,7
- Nelle società industrializzate, è leggermente inferiore: 0,63
Questa differenza suggerisce che le popolazioni tradizionali siano più esposte ai segnali ambientali naturali che regolano il ciclo sonno-veglia.
Perché nelle società industrializzate si dorme di più?
David Samson, anche lui dell’Università di Toronto Mississauga, ritiene che il miglioramento delle condizioni ambientali e della sicurezza abbia favorito un riposo più lungo nelle società sviluppate.
“Nelle comunità tradizionali, il rischio di attacchi da parte di predatori o di conflitti con gruppi rivali ha probabilmente influenzato negativamente la qualità del sonno,” spiega Samson.
Tuttavia, l’ambiente moderno non è privo di effetti negativi. Le persone nelle aree industrializzate sono meno esposte a variazioni naturali della temperatura e a una luce solare intensa durante il giorno, fattori che contribuiscono a regolare il ritmo circadiano.
Secondo McKinnon e Samson, questi squilibri potrebbero spiegare perché molte persone percepiscono il loro sonno come insoddisfacente, nonostante dormano di più rispetto ai loro antenati.