Circa 18 anni fa, una bambina di 4 anni affetta da un raro tumore delle cellule nervose, il neuroblastoma, ha ricevuto un’infusione di cellule immunitarie geneticamente modificate per combattere la malattia. Da allora, non ha più mostrato segni di cancro, diventando forse la paziente sopravvissuta più a lungo grazie a questo approccio terapeutico. La scoperta, pubblicata il 17 febbraio su Nature Medicine, suggerisce che la terapia CAR-T, già efficace contro alcuni tumori del sangue, potrebbe funzionare anche contro i tumori solidi.
Come funziona la terapia CAR-T
La terapia con cellule CAR-T consiste nell’estrazione di linfociti T dal paziente, nella loro modifica genetica per individuare e attaccare specifiche proteine tumorali e nella successiva reintroduzione nel corpo. Questo trattamento è già stato approvato per diversi tumori ematologici, ma l’efficacia contro i tumori solidi come il neuroblastoma è ancora in fase di studio.
I tumori solidi, che rappresentano circa il 90% di tutti i tumori, pongono sfide maggiori perché risultano più difficili da penetrare e presentano molecole in grado di ostacolare l’azione delle cellule ingegnerizzate. Tuttavia, i nuovi risultati suggeriscono che il neuroblastoma potrebbe essere il primo tumore solido in cui la terapia CAR-T ha un effetto curativo.
I risultati dello studio
Tra il 2004 e il 2009, un team di ricercatori guidato da Helen Heslop del Baylor College of Medicine e del Texas Children’s Hospital di Houston ha trattato 19 bambini con neuroblastoma nell’ambito di un trial clinico. Di questi:
- 12 pazienti hanno avuto una recidiva e sono deceduti entro sette anni dal trattamento.
- 7 sopravvissuti sono rimasti liberi dalla malattia per 10-15 anni.
- Tra questi, due bambini avevano un tumore in crescita attiva al momento del trattamento: uno è rimasto in remissione per almeno otto anni, mentre l’altro è la paziente sopravvissuta per 18 anni, senza segni di recidiva.
Secondo Carl June, immunoterapista della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania, questi risultati sono estremamente promettenti e indicano che la terapia CAR-T potrebbe diventare una strategia efficace anche per i tumori solidi.
Prospettive future
Non tutti i pazienti hanno avuto gli stessi benefici. Alcuni potrebbero aver perso l’efficacia della terapia perché le cellule ingegnerizzate non sono sopravvissute abbastanza a lungo o perché il tumore ha modificato le proteine bersaglio, sfuggendo all’attacco.
Per migliorare l’efficacia della terapia CAR-T, i ricercatori stanno sperimentando nuove strategie, come l’aggiunta di molecole speciali che permettano alle cellule di sopravvivere più a lungo e di individuare meglio il tumore.
Nel 2023, un team di scienziati dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Italia ha condotto uno studio su 27 pazienti con neuroblastoma, trattati con una versione avanzata delle cellule CAR-T. Dopo sei settimane, nove pazienti non mostravano più segni di cancro, e cinque erano ancora in remissione dopo uno o due anni. I dati a lungo termine sono attesi nei prossimi mesi.
Secondo Helen Heslop, questi risultati offrono una speranza concreta che il neuroblastoma, e forse altri tumori solidi, possano diventare trattabili con la terapia CAR-T.