La nave da ricerca Laura Bassi, fiore all’occhiello della ricerca oceanografica italiana, ha terminato una campagna scientifica di due mesi nelle gelide acque dell’Antartide, rientrando il 1° marzo a Lyttelton, in Nuova Zelanda. Questa missione rappresenta la 40ª spedizione nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), un’iniziativa finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e gestita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ENEA e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS).
Una missione tra difficoltà tecniche e successi scientifici
Partita il 15 dicembre da Lyttelton, la nave ha affrontato un viaggio impegnativo con 42 ricercatori e tecnici, supportati da un equipaggio di 23 persone. Nel corso della spedizione, la Laura Bassi ha effettuato due rotazioni tra la Nuova Zelanda e l’Antartide, attraversando le acque del Mare di Ross e raggiungendo la Base Mario Zucchelli (MZS).
Un’avaria al motore e alcune problematiche tecniche hanno costretto la prima rotazione a concentrarsi esclusivamente su attività logistiche, come il rifornimento della base italiana. La seconda rotazione, invece, ha permesso di portare avanti studi scientifici fondamentali.
Secondo Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’OGS, nonostante le difficoltà, la missione ha portato a termine il 100% delle operazioni logistiche e il 60% delle attività scientifiche programmate.
Dopo una breve sosta in Nuova Zelanda, la nave intraprenderà il viaggio di ritorno verso l’Italia, con un arrivo previsto tra circa 40 giorni.
Progetti scientifici di rilievo e contributo alla ricerca internazionale
Nel corso della spedizione, a bordo della Laura Bassi sono stati sviluppati numerosi progetti di ricerca, tra cui:
- GLOB, un’indagine sul ruolo del bacino sottomarino Glomar Challenger (GCB), condotto dall’Università di Napoli “Parthenope”.
- IBIZA, un progetto dell’OGS per lo studio delle interazioni tra ligandi organici del ferro e microrganismi planctonici nel Mare di Ross.
- MORsea, sempre coordinato dall’Università Parthenope, dedicato alla gestione della rete di osservatori marini.
Un contributo fondamentale è stato dato anche dall’Istituto Idrografico della Marina Militare, che ha effettuato rilievi dei fondali marini nei pressi della Base Mario Zucchelli. Inoltre, la nave sta trasportando le carote di ghiaccio raccolte nell’ambito del progetto europeo Beyond EPICA-Oldest Ice, coordinato dall’Istituto di Scienze Polari del CNR.
Questa missione segna un ulteriore passo avanti nella ricerca sui cambiamenti climatici e sull’evoluzione dell’ecosistema antartico, consolidando il ruolo dell’Italia nell’esplorazione e nella scienza polare.