L’intelligenza non è soltanto un vantaggio per la sopravvivenza, ma può anche favorire il successo riproduttivo, almeno nel caso dei maschi di Gambusia holbrooki. Una recente ricerca suggerisce che i maschi più intelligenti generano una prole più numerosa, gettando luce su un possibile meccanismo evolutivo in cui le capacità cognitive giocano un ruolo chiave nella selezione sessuale.
Il legame tra intelligenza e riproduzione
Nella maggior parte delle specie, avere una maggiore capacità cognitiva aiuta a individuare il cibo e a sfuggire ai predatori, migliorando le possibilità di sopravvivenza. Tuttavia, il cervello è un organo che richiede molta energia, e il motivo per cui l’intelligenza si è evoluta fino a certi livelli rimane una questione aperta. Una delle ipotesi più affascinanti è che essa sia stata selezionata non solo per la sopravvivenza, ma anche per aumentare le opportunità di accoppiamento.
Per testare questa teoria, un team di studiosi dell’Australian National University ha condotto un esperimento su 30 maschi di Gambusia holbrooki, una specie di pesce d’acqua dolce che si riproduce frequentemente e in cui ogni covata può avere più padri. I ricercatori hanno creato stagni artificiali privi di predatori e con abbondante cibo, eliminando così le pressioni ambientali che normalmente influenzano la sopravvivenza. L’obiettivo era osservare se i maschi più intelligenti avessero un maggiore successo riproduttivo anche in un contesto privo di pericoli.
Come è stata misurata l’intelligenza nei Gambusia holbrooki
Per valutare le capacità cognitive dei pesci, il team ha ideato quattro test specifici:
- Autocontrollo: verificare se un maschio riuscisse a nuotare attorno a un ostacolo trasparente per raggiungere una femmina, invece di tentare inutilmente di attraversarlo.
- Apprendimento spaziale: misurare la velocità con cui i pesci trovavano l’uscita da un labirinto.
- Apprendimento associativo: testare la capacità di associare un colore a una ricompensa alimentare.
- Apprendimento inverso: valutare l’adattabilità al cambiamento del significato del colore associato alla ricompensa.
Dopo 20 giorni, sono stati analizzati 2.430 discendenti tramite test genetici per determinare la paternità. I risultati hanno rivelato che i maschi con punteggi elevati in autocontrollo e apprendimento spaziale avevano generato un numero significativamente maggiore di figli rispetto agli altri.
Perché i maschi più intelligenti si riproducono di più?
I ricercatori hanno ipotizzato tre spiegazioni possibili:
- Miglior successo nell’accoppiamento forzato: i Gambusia holbrooki non seguono un rigido concetto di consenso sessuale, con i maschi che spesso molestano le femmine per riprodursi. Un’intelligenza superiore potrebbe aiutarli a essere più efficaci in questo comportamento.
- Scelta femminile: le femmine potrebbero preferire i maschi più intelligenti, anche se il motivo non è ancora chiaro.
- Migliore condizione fisica: un cervello più sviluppato potrebbe essere legato a un corpo più sano e veloce, aumentando le possibilità di accoppiamento.
Un meccanismo evolutivo universale?
Questi risultati suggeriscono che l’intelligenza nei Gambusia holbrooki si è evoluta anche attraverso la selezione sessuale, non solo per motivi di sopravvivenza. La selezione sessuale è solitamente più intensa nei maschi, poiché il numero di femmine disponibili per l’accoppiamento è inferiore rispetto ai maschi in competizione.
Questo fenomeno è stato osservato anche in altre specie, come i pappagallini ondulati, in cui le femmine preferiscono i maschi con migliori capacità di risoluzione dei problemi. Inoltre, ricerche sugli uccelli hanno evidenziato che quelli più intelligenti depongono un maggior numero di uova, anche se è più difficile verificare quante di queste riescano a schiudersi e sopravvivere.
La ricerca, pubblicata su Nature Ecology and Evolution, apre nuove prospettive sull’evoluzione dell’intelligenza e suggerisce che, in molte specie, essere più intelligenti non è solo un vantaggio per la sopravvivenza, ma anche per trovare l’amore e trasmettere i propri geni alle generazioni future.