Sono trascorsi quasi 2 milioni di anni da quando i primi esseri umani arcaici hanno iniziato a lasciare la loro terra d’origine africana, avventurandosi in nuove regioni. L’identità precisa di questi primi esploratori rimane un enigma, anche se Homo erectus è da tempo considerato il candidato più probabile. Tuttavia, una recente ricerca potrebbe rimettere in discussione questa ipotesi.
Scoperta di antichi resti umani a Dmanisi
Le più antiche evidenze scheletriche della presenza di esseri umani al di fuori dell’Africa provengono dal piccolo villaggio medievale di Dmanisi, in Georgia, dove nel 1991 furono portati alla luce reperti straordinari. Tra questi, una mascella isolata, risalente a un periodo compreso tra 1,8 e 1,85 milioni di anni fa, venne inizialmente identificata come appartenente a una forma primitiva di Homo erectus. Tuttavia, successive scoperte hanno complicato il quadro.
Oggi, cinque teschi – quattro dei quali ancora con le mascelle attaccate – sono stati recuperati dal sito e attribuiti a Homo georgicus. Il dibattito, però, è tutt’altro che chiuso: molti studiosi ritengono che H. georgicus sia semplicemente una variante primitiva di H. erectus, apparso in Africa circa 1,9 milioni di anni fa prima di diffondersi in altre parti del mondo. Altri esperti, invece, contestano questa visione e ipotizzano che i resti possano appartenere a Homo ergaster, un’altra antica specie umana. Tuttavia, esistono dubbi sul fatto che H. ergaster fosse realmente una specie a sé stante o solo una sottospecie di H. erectus.
Due specie diverse a Dmanisi?
Per determinare l’identità esatta degli esseri umani vissuti a Dmanisi, un team di ricercatori ha condotto analisi filogenetiche dei resti fossili. Lo studio, non ancora sottoposto a revisione paritaria, ha cercato di collocare i teschi all’interno dell’albero genealogico del genere Homo.
I risultati sono sorprendenti:
“Nessuno degli ominidi di Dmanisi forma un taxon fratello di H. erectus né di H. ergaster”, scrivono gli autori dello studio.
“Ipotizziamo che questi individui non condividessero un antenato comune esclusivo con H. erectus o H. ergaster e non possiamo supportare la loro attribuzione a nessuna di queste specie.”
Ancora più sorprendente è la conclusione che l’insieme di fossili di Dmanisi potrebbe appartenere a due specie umane distinte. I ricercatori ritengono che uno dei cinque crani appartenga a H. georgicus, mentre gli altri quattro rappresenterebbero una specie finora sconosciuta.
Differenze nelle dimensioni craniche
La teoria che a Dmanisi coesistessero due specie si basa su una differenza significativa nelle dimensioni dei crani. Il più antico dei teschi – appartenente probabilmente a un maschio adulto – risulta 30-33% più piccolo rispetto agli altri maschi del gruppo, oltre che più piccolo delle femmine.
“Se ipotizziamo che tutti questi individui appartenessero alla stessa specie, ci troveremmo di fronte a un’anomalia biologica senza precedenti, in cui alcuni maschi adulti avrebbero crani significativamente più piccoli rispetto ad altri esemplari maschili e persino inferiori alle dimensioni dei crani femminili”, spiegano i ricercatori. “Un simile modello non è mai stato osservato nell’evoluzione umana e richiederebbe un profondo ripensamento delle nostre teorie.”
Dopo aver preso in considerazione tutte le possibili spiegazioni, gli studiosi concludono che l’ipotesi più semplice per interpretare questa variazione sia proprio la presenza di due specie distinte tra gli ominidi di Dmanisi.
Una nuova ipotesi sull’uscita dall’Africa
Dal punto di vista cronologico, la ricerca suggerisce che H. georgicus fosse già presente a Dmanisi circa 1,8 milioni di anni fa, mentre gli altri quattro individui sarebbero vissuti tra 1,77 e 1,07 milioni di anni fa.
Ma il punto più importante è che se H. georgicus non fosse direttamente imparentato con H. erectus, allora l’intera teoria su quale specie lasciò per prima l’Africa dovrebbe essere rivista.