Nel corso della giornata, pensieri indesiderati e ricordi spiacevoli possono affiorare nella nostra mente, spesso scatenati da eventi apparentemente insignificanti. Solitamente, il nostro cervello è in grado di gestire questi ricordi, riducendo il rischio che tornino a disturbarci in futuro. Tuttavia, chi soffre di depressione, ansia o disturbo da stress post-traumatico (PTSD) fatica a interrompere questi cicli di ruminazione, finendo per rafforzare pensieri negativi e intrusivi.
Le persone con disturbi della salute mentale sperimentano frequentemente problemi di sonno, e poiché il riposo notturno è essenziale per l’elaborazione della memoria, i ricercatori hanno iniziato a indagare più a fondo questa connessione. Studi precedenti hanno già dimostrato un collegamento tra mancanza di sonno e pensieri intrusivi, ma fino a poco tempo fa i meccanismi neurologici alla base di questo fenomeno restavano poco chiari.
Un team di studiosi del Dipartimento di Psicologia dell’Università di York, nel Regno Unito, ha cercato di capire in che modo la privazione del sonno possa compromettere il controllo della memoria e favorire pensieri indesiderati. I risultati del loro studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Il ruolo della corteccia prefrontale nel controllo dei ricordi
Gli scienziati hanno ipotizzato che la mancanza di sonno comprometta il funzionamento della corteccia prefrontale, una regione del cervello cruciale per la regolazione emotiva e la gestione della memoria, portando così a un aumento dei pensieri intrusivi.
Per verificare questa teoria, i ricercatori hanno condotto un esperimento su oltre 80 partecipanti, suddividendoli in due gruppi: uno privato del sonno per una notte, l’altro lasciato riposare normalmente.
Prima della notte di test, ai soggetti sono state mostrate 48 coppie di immagini, composte da volti associati a scene emotivamente negative o neutre. Il giorno successivo, i partecipanti hanno osservato nuovamente i volti, utilizzati come stimoli di richiamo della memoria, mentre la loro attività cerebrale veniva monitorata attraverso tecniche di neuroimaging funzionale (MRI).
Ai partecipanti è stato chiesto di evocare o sopprimere il ricordo delle scene precedentemente associate ai volti e di segnalare eventuali intrusioni, ossia i casi in cui i ricordi indesiderati riaffioravano involontariamente.
Il sonno REM e la gestione dei pensieri intrusivi
I risultati hanno evidenziato che la privazione del sonno altera la capacità della corteccia prefrontale di inibire il recupero della memoria, rendendo più difficile sopprimere i ricordi indesiderati.
In particolare, gli studiosi hanno scoperto che il sonno a movimenti oculari rapidi (REM) è essenziale per il ripristino della funzione inibitoria della corteccia prefrontale. Questa fase del sonno, in cui si verificano i sogni più vividi, gioca un ruolo fondamentale nel ridurre la reattività emotiva e aiutare il cervello a gestire le memorie disturbanti.
Ricerche precedenti avevano già suggerito che le persone con disturbi psichiatrici tendono a mostrare anomalie nel sonno REM, che potrebbero spiegare la loro difficoltà a controllare i pensieri intrusivi. Lo studio conferma che un riposo notturno insufficiente non solo favorisce il riaffiorare dei ricordi indesiderati, ma compromette anche la capacità del cervello di regolare i pensieri spontanei e le emozioni.
L’importanza del sonno nella salute mentale
Il sonno, insieme a una corretta alimentazione e all’attività fisica, è un elemento essenziale per il benessere mentale. La crescente consapevolezza del suo ruolo ha portato a un aumento degli studi scientifici volti a esplorare il legame tra qualità del sonno e regolazione emotiva.
Poiché i ricordi influenzano il nostro modo di percepire e reagire agli eventi della vita quotidiana, la difficoltà nel controllo della memoria potrebbe spiegare il collegamento tra mancanza di sonno e instabilità emotiva.
Gli autori dello studio hanno sottolineato che i loro risultati rafforzano le prove sugli effetti negativi della privazione del sonno sul funzionamento della corteccia prefrontale e forniscono nuove prospettive per comprendere i disturbi mentali associati a problemi cronici del sonno.
Inoltre, questa ricerca contribuisce a evidenziare quanto sia importante sviluppare strategie per migliorare la qualità del sonno, soprattutto in persone vulnerabili a disturbi dell’umore e ansia. Le scoperte sul ruolo del sonno REM nel controllo della memoria e delle emozioni rafforzano ulteriormente l’idea che una buona igiene del sonno sia cruciale per mantenere l’equilibrio mentale.