Gli astronomi hanno individuato un fenomeno inatteso all’interno delle galassie ultra-diffuse (UDG) situate nell’ammasso dell’Idra, a oltre 160 milioni di anni luce dalla Terra. Uno studio dettagliato su 30 galassie nane ha rivelato che circa la metà di esse mostra movimenti stellari rotazionali inaspettati, mettendo in discussione le teorie precedenti sulla loro formazione ed evoluzione.
Un enigma cosmico: le galassie ultra-diffuse in rotazione
Queste galassie nane, caratterizzate da una luminosità estremamente debole e da un’estensione paragonabile a quella della Via Lattea, hanno sempre rappresentato un mistero per gli scienziati. Tuttavia, i nuovi dati ottenuti con il programma LEWIS (Looking into the faintest With MUSE), sfruttando lo spettrografo MUSE installato sul Very Large Telescope (VLT) in Cile, hanno svelato comportamenti dinamici sorprendenti.
“La scoperta è stata doppiamente entusiasmante,” ha dichiarato Chiara Buttitta, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e coautrice dello studio. “Non solo siamo riusciti a misurare i movimenti stellari in queste galassie estremamente deboli, ma abbiamo osservato qualcosa di totalmente inatteso.”
L’origine delle UDG: una nuova prospettiva sulla loro formazione
Le galassie ultra-diffuse sono state individuate per la prima volta solo nel 2015 e da allora la loro origine ha rappresentato una delle più grandi sfide per gli astrofisici. I nuovi dati suggeriscono che la loro formazione possa essere legata all’interazione gravitazionale con galassie più grandi, un fenomeno che potrebbe spiegare la presenza di filamenti di gas associati a queste strutture cosmiche.
Un caso emblematico è quello di UDG32, una galassia individuata all’estremità di un filamento gassoso collegato alla galassia a spirale NGC 3314A. Questo suggerisce che il gas espulso da una galassia più massiccia possa aver dato origine a una nuova popolazione stellare, arricchita da elementi più pesanti come carbonio, ossigeno e ferro.
Il progetto LEWIS: una rivoluzione nello studio delle UDG
Il programma LEWIS ha permesso di raddoppiare il numero di galassie ultra-diffuse studiate spettroscopicamente, offrendo per la prima volta una visione d’insieme del loro comportamento all’interno di un ammasso galattico in formazione.
“Questo progetto è stato una sfida incredibile,” ha affermato Enrichetta Iodice, responsabile scientifica di LEWIS. “Grazie alla spettroscopia integrale, possiamo studiare contemporaneamente il movimento delle stelle, la loro composizione chimica e la distribuzione della materia oscura all’interno di queste galassie.”
I risultati ottenuti stanno riscrivendo la comprensione delle galassie nane ultra-diffuse e potrebbero avere implicazioni significative per lo studio della materia oscura e della struttura dell’universo.
Questa ricerca è stata pubblicata in due studi sulla prestigiosa rivista Astronomy & Astrophysics.