Un progetto industriale controverso sta facendo discutere Fayetteville, in Carolina del Nord. La Waste Energy Corp., azienda con un passato finanziario turbolento, ha annunciato l’intenzione di convertire 7.000 tonnellate di rifiuti plastici all’anno in diesel a bassissimo contenuto di zolfo attraverso la pirolisi, un processo ad alta temperatura e privo di ossigeno. L’impianto era stato inizialmente previsto in un’area a basso reddito, abitata in prevalenza da minoranze, ma le proteste della comunità hanno costretto l’azienda a cercare una nuova collocazione nella contea di Cumberland.
Un impianto vicino a Blounts Creek e il rischio ambientale
La proposta iniziale prevedeva la costruzione dell’impianto a 900 piedi da Blounts Creek, un affluente del fiume Cape Fear, all’interno di un magazzino di 1.672 metri quadrati vicino a Sam Cameron Avenue e Cool Spring Street. Tuttavia, l’opposizione della comunità ha spinto il CEO Scott Gallagher ad abbandonare questa ubicazione e a cercare alternative.
Uno dei principali timori riguarda la possibile emissione di PFAS, noti come “sostanze chimiche eterne”, composti tossici che non si degradano nell’ambiente e sono collegati a gravi problemi di salute, tra cui tumori, malattie del fegato e della tiroide. A Fayetteville, la contaminazione da PFAS è già un’emergenza, con l’impianto Chemours Fayetteville Works che per anni ha rilasciato questi composti nel fiume Cape Fear e nell’aria, contaminando oltre 9.000 pozzi di acqua potabile privata.
Un cambio di rotta per evitare lo scontro con la comunità
Di fronte alle proteste, Waste Energy ha deciso di non installare l’unità di pirolisi a Cool Spring Street, pur mantenendo l’intenzione di trattare i rifiuti plastici in città. Gallagher ha sottolineato l’intenzione di collaborare con le autorità e la popolazione locale per individuare una zona più adatta, dichiarando: “Non vogliamo forzare la cosa, vogliamo lavorare con la comunità.”
Se troverà una nuova area industriale, l’azienda prevede di processare fino a 30 tonnellate di plastica al giorno, raccogliendo materiali dalla costa orientale degli Stati Uniti. Il diesel ottenuto sarebbe destinato a centri dati e impianti di mining di criptovalute, settori con elevato consumo energetico.
Le incertezze sulle emissioni e il monitoraggio ambientale
Un altro punto critico riguarda le emissioni. Attualmente, Waste Energy non ha ancora presentato una domanda di permesso ambientale alla Divisione statale della Qualità dell’Aria, rendendo difficile quantificare l’impatto inquinante. Gli esperti sottolineano che la pirolisi può rilasciare gas serra e sostanze nocive, se non gestita con le tecnologie più avanzate.
Secondo il professore Marco J. Castaldi, esperto in ingegneria chimica al City College di New York, la pirolisi distrugge solo una parte dei PFAS: circa il 25% a 482°C e fino all’89% a 649°C. Tuttavia, molti impianti operano a temperature inferiori, il che potrebbe favorire la dispersione di sostanze tossiche nell’aria e nei residui solidi.
Gallagher ha assicurato che l’azienda utilizzerà un sistema di controllo delle emissioni conforme agli standard europei e che le materie prime saranno sottoposte a monitoraggio con intelligenza artificiale per rimuovere i materiali contaminati da PFAS prima della lavorazione. Tuttavia, i dettagli tecnici sulla reale efficacia di queste misure restano incerti.
Un passato finanziario difficile: Waste Energy è un’azienda affidabile?
Oltre alle preoccupazioni ambientali, il passato finanziario dell’azienda solleva dubbi sulla sostenibilità del progetto. Waste Energy Corp. è il nuovo nome di MetaWorks Platforms, un’impresa che ha cambiato più volte modello di business senza successo. In passato, ha tentato di investire in criptovalute, NFT, blockchain per chiese cattoliche e mining di Bitcoin, accumulando perdite per quasi 50 milioni di dollari.
Nel 2018, una società canadese acquisita da Waste Energy, la Fogdog Energy Solutions, aveva cercato di realizzare un impianto simile in Alberta, ma il progetto è fallito. Inizialmente, l’idea era di generare energia per il mining di criptovalute a partire dai rifiuti urbani, ma l’azienda ha poi cambiato strategia, spostandosi sulla conversione della plastica in carburante.
Il finanziamento ricevuto finora per l’impianto di Fayetteville ammonta a 175.000 dollari, una cifra modesta rispetto ai costi previsti. L’azienda ha dichiarato di aspettarsi entrate tra 1,5 e 5 milioni di dollari nel primo anno, impiegando inizialmente 10 persone, con un’espansione fino a 75 dipendenti nei prossimi cinque anni.
L’incognita del futuro energetico e ambientale
La crescente produzione di plastica è un problema globale. Ogni anno vengono generate 400 milioni di tonnellate di plastica, di cui solo il 9% viene riciclato. Il resto finisce in discarica, viene bruciato o disperso nell’ambiente. Il progetto di Waste Energy si inserisce in questo contesto, cercando di trasformare un rifiuto in un carburante ancora basato su combustibili fossili.
Sebbene Gallagher affermi che il diesel ottenuto contribuirà a ridurre la dipendenza dagli importatori esteri, gli ambientalisti sottolineano che queste soluzioni non eliminano il problema alla radice e potrebbero aggravare l’inquinamento anziché ridurlo.
Mentre Waste Energy cerca una nuova sede per il suo impianto, la comunità di Fayetteville resta in allerta, preoccupata per il potenziale impatto sulla qualità dell’aria e dell’acqua. La domanda resta aperta: la Carolina del Nord ha davvero bisogno di un altro impianto di trasformazione della plastica in carburante?