Nel 1993, Steven Spielberg ha rivoluzionato la percezione dei dinosauri con Jurassic Park, portando sullo schermo creature preistoriche con effetti speciali senza precedenti. Tra i momenti più iconici, l’incontro tra Dennis Nedry e il Dilophosaurus ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo. Tuttavia, la rappresentazione cinematografica di questo predatore era ben lontana dalla realtà scientifica. Il Dilophosaurus wetherilli è stato uno dei più grandi dinosauri del Giurassico inferiore e i suoi fossili, ritrovati in Nord America, rivelano una creatura molto diversa da quella vista sul grande schermo.
Quanto era grande il Dilophosaurus?
A differenza della versione cinematografica, che lo mostra grande quanto un pony Shetland, il Dilophosaurus reale era un dinosauro imponente. La dottoressa Susannah Maidment, paleontologa del Museo di Storia Naturale di Londra, spiega che questo dinosauro poteva raggiungere 7 metri di lunghezza e pesare fino a 400 chilogrammi. Si trattava di un predatore agile e potente, ma la sua strategia di caccia rimane incerta.
Non sappiamo se il Dilophosaurus fosse un cacciatore solitario o se agisse in gruppo. Contrariamente alla credenza popolare, non ci sono prove che i Velociraptor cacciassero in branco, e lo stesso vale per il Dilophosaurus. L’idea di dinosauri che cooperano in gruppi organizzati è una costruzione cinematografica, senza basi scientifiche solide.
Cosa mangiava il Dilophosaurus?
I fossili del Dilophosaurus sono stati rinvenuti in strati geologici che contengono pochi resti di altri dinosauri. Tra questi, il Scutellosaurus, un piccolo erbivoro corazzato, e alcuni sauropodomorfi primitivi, che potrebbero essere stati tra le sue prede. Tuttavia, non esistono prove definitive della sua dieta.
Data la sua taglia imponente e i denti affilati, il Dilophosaurus era probabilmente in grado di abbattere animali di grandi dimensioni. Come tutti i carnivori opportunisti, non avrebbe esitato a nutrirsi di carcasse quando possibile. Se Nedry, con il suo impermeabile giallo, fosse stato realmente attaccato da un Dilophosaurus, difficilmente avrebbe avuto scampo, a meno di essere un velocista eccezionale.
Il Dilophosaurus aveva un collare retrattile?
Una delle immagini più memorabili di Jurassic Park è quella del Dilophosaurus che apre un collare frangiato, simile a quello del clamidosauro, prima di attaccare. Ma questa è pura finzione cinematografica.
Non ci sono prove fossili che suggeriscano la presenza di un collare retrattile in questo dinosauro. Strutture simili, se fossero esistite, sarebbero state composte da tessuti molli, che raramente si conservano nei fossili. Tuttavia, in altri dinosauri con ornamenti cranici, come il Triceratopo, le strutture erano di natura ossea e non retrattili.
Il Dilophosaurus era velenoso?
Nel film, il Dilophosaurus sputa un veleno accecante, ma la scienza dice tutt’altro. Gli archosauri, il gruppo che comprende dinosauri, coccodrilli e uccelli, non mostrano alcuna evidenza di veleno, né oggi né nel passato.
La dottoressa Maidment chiarisce che nei rettili velenosi moderni, come i serpenti, esistono canali e scanalature nei denti che facilitano l’iniezione del veleno. Nessun fossile di Dilophosaurus presenta simili adattamenti. Il suo morso era sicuramente potente, ma non supportava alcun meccanismo velenoso.
La scienza contro la fantasia
La rappresentazione dei dinosauri nei film spesso prende ampie libertà creative, influenzando la percezione del pubblico. L’immagine del Dilophosaurus di Jurassic Park continua a essere riproposta, come dimostra il recente trailer di Jurassic World: Rebirth, dove il dinosauro appare ancora con il collare vibrante.
La scienza, però, ha fatto passi avanti, offrendo una visione più accurata di questo straordinario predatore. Secondo Adam Marsh, autore di uno studio approfondito sul Dilophosaurus, fino a poco tempo fa si trattava di uno dei dinosauri più fraintesi. Nuove ricerche hanno permesso di ricostruire il suo cranio massiccio, confermando che era più simile a un grande uccello rapace che a una lucertola velenosa.
Nonostante le inesattezze, Spielberg ha ammesso di aver modificato il Dilophosaurus per renderlo più scenografico. Dopotutto, il cinema ha le sue esigenze, anche se la realtà scientifica racconta una storia diversa.