Negli ultimi anni, i Campi Flegrei stanno vivendo una fase di intensa attività sismica, caratterizzata da un incremento evidente degli sciami sismici. A partire dal 2021, questi eventi si manifestano con una sequenza particolarmente rapida di piccoli terremoti, che avvengono a intervalli sempre più brevi. Questa evoluzione del fenomeno sta attirando l’attenzione della comunità scientifica, poiché rappresenta un segnale significativo delle dinamiche in atto nel sottosuolo dell’area vulcanica.
Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto grazie alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e l’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Cnr-Irea), ha permesso di ottenere nuovi dati cruciali per comprendere l’evoluzione del supervulcano dei Campi Flegrei. Queste informazioni risultano fondamentali per affinare le tecniche di monitoraggio e migliorare la gestione del rischio sismico e vulcanico in un’area densamente popolata come quella flegrea.
Sciami sismici sempre più frequenti: cosa sta accadendo nei Campi Flegrei
Secondo quanto emerso dalla ricerca, gli sciami sismici che interessano i Campi Flegrei sono caratterizzati da una sequenza molto rapida di piccoli terremoti, che si verificano a distanza di pochi secondi o minuti l’uno dall’altro. Questo fenomeno rende più difficile distinguere i singoli eventi con le tecniche tradizionali di analisi sismica. A sottolinearlo è Flora Giudicepietro, esperta dell’Ingv e del Cnr-Irea, nonché prima autrice dello studio.
Oltre all’aumento dell’attività sismica, si è registrata una crescita significativa del sollevamento del suolo, accompagnata da un incremento delle emissioni di gas vulcanici. Questi segnali rientrano nei fenomeni tipici della fase di attività attualmente in corso nei Campi Flegrei, che potrebbe essere legata a movimenti del magma o a cambiamenti nei fluidi idrotermali sotterranei.
Le anomalie del suolo nei pressi del Monte Olibano
L’analisi condotta dai ricercatori ha permesso di individuare un’area particolarmente interessata da fenomeni anomali, situata in corrispondenza del principale campo idrotermale della caldera flegrea. Un aspetto rilevante emerso dallo studio riguarda una zona specifica nei pressi del Monte Olibano, che dal 2021 mostra un comportamento diverso rispetto alle aree circostanti.
Francesco Casu, esperto del Cnr-Irea e coautore della ricerca, evidenzia che questa regione sta subendo un sollevamento più lento rispetto al resto dei Campi Flegrei, suggerendo che siano in corso processi complessi di interazione tra le deformazioni del suolo, l’attività sismica e le dinamiche idrotermali. Questa peculiarità potrebbe offrire nuove informazioni per comprendere meglio i fenomeni che interessano l’area vulcanica, fornendo elementi utili per la valutazione del rischio vulcanico e sismico.
Lo studio rappresenta un importante passo avanti nella comprensione delle dinamiche dei Campi Flegrei, un sistema vulcanico tra i più monitorati al mondo. L’aumento della frequenza degli sciami sismici e le anomalie nel sollevamento del suolo sono segnali che meritano la massima attenzione, sia da parte della comunità scientifica che delle autorità preposte alla gestione del rischio.