Gli esseri umani preistorici potrebbero aver affinato l’arte della caccia molto prima di quanto si pensasse, sfruttando lance di legno progettate per essere lanciate. Un’analisi dettagliata delle armi in legno ritrovate a Schöningen, in Germania, e risalenti a 300.000 anni fa, suggerisce che questi strumenti non fossero destinati esclusivamente agli attacchi ravvicinati, ma fossero adatti anche per il lancio a distanze medie.
Le lance di Schöningen: testimonianze di un’abilità avanzata
Gli straordinari reperti di Schöningen rappresentano alcune delle più antiche armi in legno mai scoperte e forniscono preziose informazioni sulle tecniche di caccia dei nostri antenati. Secondo Dirk Leder, esperto dell’Ufficio Statale per il Patrimonio Culturale della Bassa Sassonia, questi strumenti erano aerodinamicamente adatti al lancio, un’abilità che implica una comprensione tecnologica avanzata.
La caccia nel Paleolitico: oltre il semplice colpire
Fino a poco tempo fa, si pensava che i cacciatori preistorici utilizzassero le lance esclusivamente per attacchi a distanza ravvicinata, infliggendo colpi diretti agli animali. Tuttavia, la nuova ricerca suggerisce che già 300.000 anni fa, gli esseri umani avessero sviluppato tecniche di lancio efficace, aumentando così le loro possibilità di successo nella caccia a prede di grandi dimensioni.
Un’abilità più antica del previsto?
Questa scoperta porta a ipotizzare che l’uso delle lance da lancio potrebbe risalire a fino a 2 milioni di anni fa, ben prima di quanto finora ipotizzato dagli archeologi. Se confermata, questa teoria potrebbe riscrivere la storia dell’evoluzione tecnologica della caccia preistorica, dimostrando che i nostri antenati possedevano già sofisticate strategie di sopravvivenza e una notevole abilità nell’uso delle armi.