Un team di astronomi ha individuato Quipu, un’immensa rete di ammassi di galassie, che si estende per 1,3 miliardi di anni luce e possiede una massa stimata in 200 quadrilioni di masse solari. Questo colosso cosmico supera di gran lunga il superammasso di Shapley, precedentemente considerato la più grande superstruttura dell’universo locale.
Un nome ispirato alla cultura Inca
La nuova struttura è stata battezzata Quipu, richiamando l’antico sistema di nodi usato dagli Inca per la registrazione di dati e numeri. Proprio come un quipu fatto di corde e nodi, questa formazione cosmica presenta un filamento principale con più ramificazioni laterali, creando un complesso intreccio di galassie e ammassi galattici.
Secondo lo studio pubblicato su ArXiv il 31 gennaio, Quipu è così evidente nelle mappe del cielo che può essere individuata a occhio nudo nelle rappresentazioni dei dati astronomici, senza bisogno di sofisticate tecniche di rilevamento.
Le nuove strutture giganti dell’universo
Gli scienziati hanno rilevato, oltre a Quipu, altre quattro superstrutture che ridefiniscono la mappa delle strutture cosmiche giganti:
- Superstruttura Serpens-Corona Borealis
- Superammasso di Ercole
- Superstruttura Scultore-Pegaso
- Superammasso di Shapley, che, sebbene fosse ritenuto il più grande finora conosciuto, è stato ora surclassato dalle nuove scoperte.
Queste cinque mega-strutture, insieme, contengono quasi la metà degli ammassi di galassie e circa un terzo di tutta la materia dell’universo osservabile, occupando il 13% del volume dell’universo.
Un universo in continua espansione
Le superstrutture cosmiche influenzano la radiazione del fondo cosmico a microonde (CMB), il residuo del Big Bang, e possono alterare le misurazioni della costante di Hubble, il parametro che descrive l’espansione dell’universo.
L’enorme quantità di materia presente in Quipu e nelle altre superstrutture esercita una forza gravitazionale così intensa da causare il fenomeno della lente gravitazionale, che distorce la luce proveniente dalle galassie più lontane.
Strutture transitorie, ma fondamentali
Nonostante la loro straordinaria grandezza, queste strutture non sono eterne: il costante processo di espansione dell’universo le porterà a frammentarsi in futuro. Tuttavia, nel presente, il loro studio è essenziale per comprendere l’evoluzione delle galassie e l’architettura su larga scala del cosmo.
Gli astronomi continueranno a esplorare il ruolo di queste strutture giganti, per svelare nuovi segreti sulla formazione e il destino dell’universo.