Circa 5.700 anni fa, nella regione che oggi comprende l’India settentrionale e il Pakistan, emerse una delle più enigmatiche civiltà dell’antichità: la Civiltà della Valle dell’Indo. Caratterizzata da imponenti centri urbani e un sistema di scrittura ancora indecifrato, questa cultura prosperò per millenni prima di scomparire in circostanze misteriose. Tra le sue città più importanti spicca Harappa, un grande insediamento che fiorì tra il 3700 e il 1300 a.C..
La scrittura della Valle dell’Indo: un enigma ancora irrisolto
Gli archeologi hanno rinvenuto numerosi reperti contenenti antichi simboli incisi, ma il loro significato rimane sconosciuto. Il governo indiano ha recentemente offerto un premio di un milione di dollari a chiunque riesca a decifrare questo sistema di scrittura, nella speranza di ottenere nuove informazioni su questa antica civiltà. Tuttavia, il codice della scrittura dell’Indo rimane un mistero e, per ora, nessuno è riuscito a riscuotere il premio.
L’organizzazione sociale e la produzione alimentare ad Harappa
Un recente studio ha analizzato 1.144 campioni di resti vegetali rinvenuti nel sito archeologico, rivelando dettagli inaspettati sulla produzione e distribuzione del cibo. Gli studiosi hanno individuato elevate quantità di grano, suggerendo che la lavorazione dei cereali avvenisse fuori dalle mura cittadine, per poi essere trasportata ad Harappa già in uno stadio avanzato di lavorazione.
Questa scoperta contraddice le teorie precedenti, secondo cui la trasformazione del grano avveniva all’interno delle abitazioni da parte delle singole famiglie. L’idea che i raccolti fossero lavorati direttamente nei villaggi periferici suggerisce un sistema centralizzato di gestione delle risorse alimentari, con una rete di distribuzione efficiente per sfamare la popolazione urbana.
Il ruolo dello sterco nella vita quotidiana
Uno degli aspetti più curiosi emersi dallo studio riguarda l’uso dello sterco animale come combustibile. Gli archeologi hanno scoperto la presenza di semi appartenenti a piante foraggere, generalmente ingerite dal bestiame. La loro presenza ad Harappa suggerisce che lo sterco venisse bruciato su larga scala, un fenomeno che ancora oggi è diffuso in alcune regioni dell’Asia meridionale.
Gli studiosi ritengono che lo sterco essiccato fosse utilizzato sia per il riscaldamento domestico che per le attività artigianali, come la produzione di ceramiche e oggetti in faience. Questo tipo di combustibile garantiva una fiamma costante e duratura, ideale per la cottura del cibo e la lavorazione dei materiali.
Harappa e il controllo delle risorse
Le nuove scoperte suggeriscono che la produzione e distribuzione del cibo nella Civiltà della Valle dell’Indo fosse strettamente regolata da un sistema centralizzato. Il fatto che i cereali venissero lavorati al di fuori della città per poi essere trasportati in forma già raffinata indica l’esistenza di un’organizzazione sociale ben strutturata, con centri urbani in grado di gestire grandi quantità di risorse provenienti dai villaggi rurali.
Nonostante queste rivelazioni, molte domande rimangono senza risposta: come vivevano realmente gli abitanti di Harappa? Quali divinità veneravano? Quale lingua parlavano? La decifrazione della scrittura dell’Indo potrebbe essere la chiave per svelare questi misteri, e forse, un giorno, qualcuno riuscirà a riscuotere quel milione di dollari offerto dal governo indiano.