Elon Musk torna a scuotere il mondo dell’esplorazione spaziale, dichiarando che la Stazione Spaziale Internazionale dovrebbe essere disattivata il prima possibile, idealmente entro due anni, invece che nel 2030, come stabilito dalla NASA e dai suoi partner internazionali. Il fondatore di SpaceX ha espresso questa opinione in un post sulla piattaforma X, sottolineando la necessità di concentrare gli sforzi su Marte.
“È ora di iniziare i preparativi per il deorbiting della Stazione Spaziale”, ha scritto Musk. “Ha assolto la sua funzione. L’utilità residua è minima. Andiamo su Marte”.
Un colpo di scena per la NASA
Questa presa di posizione potrebbe rappresentare un problema per la NASA, che nell’estate del 2024 aveva scelto proprio SpaceX per sviluppare il veicolo destinato a guidare la ISS verso un rientro controllato nell’atmosfera terrestre. Secondo il piano ufficiale, la stazione dovrebbe restare operativa fino al 2030, in collaborazione con Europa, Canada e Giappone, mentre la Russia ha già dichiarato che si ritirerà dal progetto entro il 2028.
Ora, l’accelerazione suggerita da Musk potrebbe cambiare radicalmente lo scenario. Alla domanda di un giornalista su X riguardo ai tempi della dismissione, Musk ha risposto in modo netto: “La decisione spetta al Presidente, ma la mia raccomandazione è di procedere il prima possibile. Consiglio di farlo entro due anni”.
Rischio di un vuoto nello spazio per gli Stati Uniti
Se la ISS venisse ritirata prima che una nuova stazione spaziale commerciale sia pronta a sostituirla, gli Stati Uniti potrebbero perdere la loro presenza costante nell’orbita bassa terrestre. Questo scenario lascerebbe campo libero alla Cina, che sta avanzando rapidamente con la propria stazione spaziale Tiangong.
Le parole di Musk aumentano dunque la pressione su NASA e Casa Bianca, che dovranno decidere se assecondare la sua visione di un futuro focalizzato su Marte o mantenere il programma orbitale attuale fino al termine previsto.