Gli ultimi calcoli astronomici confermano che l’asteroide 2024 YR4 ha una probabilità quasi nulla di colpire la Terra nel 2032. Gli scienziati delle principali agenzie spaziali hanno ridotto il rischio di impatto a meno dell’1%, suggerendo che il pericolo di una collisione devastante è ormai scongiurato. Tuttavia, l’asteroide sfiorerà il nostro pianeta a una distanza estremamente ridotta, offrendo agli astronomi un’occasione unica per osservarlo da vicino.
Il rischio di impatto si riduce a quasi zero
Secondo Richard Moissl dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la possibilità che il rischio torni a superare l’1% è estremamente remota. “È più probabile che la probabilità scenda ulteriormente, forse fino allo 0%“, ha dichiarato Moissl.
L’allarme iniziale era stato lanciato nel dicembre 2024, quando gli astronomi avevano identificato una possibile traiettoria di collisione per il 2032. Il 2024 YR4, con un diametro stimato tra 40 e 90 metri, sarebbe stato in grado di generare un’esplosione catastrofica in caso di impatto con un’area densamente popolata. Per settimane, gli osservatori di tutto il mondo hanno tracciato con precisione il suo percorso, affinando i calcoli orbitali.
Il momento di massima preoccupazione si è registrato il 17 febbraio, quando la probabilità di impatto aveva raggiunto 1 su 32. Tuttavia, i dati successivi hanno mostrato un progressivo calo del rischio, sceso a 1 su 67 (circa 1,5%).
Il 20 febbraio, nuove osservazioni hanno portato a un’ulteriore revisione: la NASA ha stimato il rischio di collisione allo 0,27% (1 su 360), mentre l’ESA lo ha abbassato ancora di più, allo 0,16% (1 su 625).
Questi numeri hanno permesso di declassare l’asteroide sulla Scala di Torino, che misura il pericolo degli oggetti spaziali: il 2024 YR4 è sceso da livello 3 a livello 1, rientrando così nella categoria degli asteroidi a basso rischio.
Un’opportunità per testare le difese planetarie
Nonostante il ridotto pericolo, l’avvicinamento del 2024 YR4 sarà un’occasione preziosa per la ricerca scientifica e lo sviluppo di strategie di difesa planetaria.
“Si avvicinerà moltissimo alla Terra”, ha spiegato Gareth Collins dell’Imperial College di Londra. “Anche se l’impatto è improbabile, sarà una prova concreta per valutare le nostre capacità di reazione.”
L’ESA, la NASA e alcune aziende spaziali private avevano già avviato lo studio di missioni di deviazione, e probabilmente continueranno a lavorare su queste strategie. Niklas Voigt, della compagnia aerospaziale OHB, ha dichiarato che il suo team stava valutando l’invio di una sonda per deviare l’asteroide. “Il rischio è diminuito, ma il nostro studio procede comunque,” ha detto Voigt.
Un’alternativa potrebbe essere l’uso di una sonda di osservazione, simile al progetto Ramses dell’ESA, che nel 2029 monitorerà da vicino Apophis, un altro asteroide che passerà vicino alla Terra.
Il James Webb analizzerà il 2024 YR4 a marzo
La decisione finale su eventuali interventi verrà presa dopo ulteriori osservazioni. A marzo, il James Webb Space Telescope raccoglierà dati dettagliati sulla traiettoria, la composizione e le dimensioni dell’asteroide. Questi risultati saranno poi analizzati dal Gruppo Consultivo per la Pianificazione delle Missioni Spaziali, un organismo supportato dalle Nazioni Unite, che dovrà definire una strategia definitiva entro aprile.
Secondo Collins, questo tipo di esercitazioni è fondamentale per migliorare la capacità di reazione di fronte a potenziali minacce spaziali. “Dobbiamo assicurarci di essere in grado di intervenire con anticipo, senza allarmismi inutili.”
Il rischio per la Luna è in aumento
Sebbene la Terra sia ormai fuori pericolo, le probabilità di un impatto con la Luna sono invece aumentate. Attualmente, gli esperti stimano un rischio dell’1,2%, rispetto allo 0,3% iniziale.
“Non possiamo escludere che questa probabilità aumenti ulteriormente”, ha dichiarato Moissl. “L’effetto di un impatto lunare di queste dimensioni è ancora oggetto di studio.”
L’attenzione dedicata al 2024 YR4 ha rappresentato un’importante esercitazione per affrontare future minacce asteroidali. “Dobbiamo evitare l’effetto ‘al lupo, al lupo’”, ha concluso Collins. “Se il pubblico si abitua troppo a falsi allarmi, potrebbe smettere di prendere sul serio il rischio reale.”