Un fossile straordinario riemerge da Holzmaden, offrendo nuovi dettagli sull’anatomia e sul movimento di un rettile marino vissuto oltre 180 milioni di anni fa
Una scoperta rivoluzionaria tra i resti del Mesozoico
Per la prima volta, frammenti di pelle e squame fossilizzati appartenenti a un esemplare di plesiosauro sono stati analizzati con successo, rivelando dettagli inediti sull’aspetto e sulle capacità natatorie di questo imponente rettile marino che popolava i mari del Mesozoico più di 180 milioni di anni fa. Lo studio, condotto da un team dell’Università di Lund, in Svezia, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Current Biology e aggiunge informazioni preziose su una creatura il cui fossile è stato rinvenuto oltre 80 anni fa nei pressi di Holzmaden, in Germania.
Plesiosauro: il rettile dal collo lungo e dalle pinne pagaia
I plesiosauri, vissuti tra circa 203 e 66 milioni di anni fa, dominavano gli oceani durante il Giurassico e il Cretaceo. Raggiungevano spesso i 12 metri di lunghezza, con un corpo massiccio, quattro pinne simili a pagaie e un collo allungato che li rendeva inconfondibili. Si nutrivano principalmente di pesci e altre piccole creature marine, muovendosi nell’acqua con un meccanismo paragonabile a quello delle tartarughe marine, sfruttando le pinne anteriori e posteriori per nuotare con agilità e precisione.
Nonostante la fama di questi colossi acquatici, molti aspetti della loro morfologia superficiale restavano ignoti. Infatti, i fossili rinvenuti finora mostravano prevalentemente ossa e strutture rigide, mentre le informazioni sui tessuti molli, come la pelle e le squame, risultavano estremamente scarse.
La pelle fossile svela una doppia struttura: liscia e squamosa
Lo studio svedese, guidato dal geologo Miguel Marx, ha esaminato in dettaglio i tessuti molli fossilizzati conservati in modo eccezionale sul fossile scoperto negli anni Quaranta a Holzmaden, ma preparato accuratamente per l’analisi solo nel 2020. Attraverso sofisticate tecniche di microscopia avanzata e imaging spettroscopico, il team ha individuato una particolare combinazione di pelle liscia e squame distribuite in modo differente sulle varie zone del corpo.
La coda presentava una superficie cutanea liscia, priva di scaglie, probabilmente per favorire una migliore idrodinamicità durante il nuoto. Al contrario, lungo il bordo posteriore delle pinne, sono state identificate squame sovrapposte, simili a quelle di rettili odierni, probabilmente utili per garantire maggiore trazione durante i movimenti sul fondale marino.
Una combinazione funzionale per la caccia e la mobilità sui fondali
Secondo i ricercatori, questa peculiare suddivisione tra pelle liscia e squamosa potrebbe aver conferito al plesiosauro un vantaggio evolutivo significativo. La superficie liscia avrebbe permesso all’animale di scivolare con minor resistenza nell’acqua, facilitando la caccia ai pesci, mentre le pinne corazzate dalle squame lo avrebbero aiutato a spostarsi efficacemente sui fondali sabbiosi e rocciosi, migliorando stabilità e aderenza.
Un reperto eccezionale: la rarità dei tessuti molli fossilizzati
Il ritrovamento di pelle e squame fossili in condizioni così ben preservate rappresenta un evento eccezionale per la paleontologia. Come sottolinea Miguel Marx, i tessuti molli sono estremamente rari nei fossili marini: “È stato sorprendente trovare queste strutture integre dopo oltre 180 milioni di anni. La loro analisi ci ha fornito informazioni senza precedenti sulla biologia e l’aspetto esteriore dei plesiosauri”.
Il fossile di Holzmaden, esposto per decenni in una collezione privata, è stato ricomposto e studiato in laboratorio solo recentemente, dimostrando ancora una volta come anche reperti noti possano nascondere segreti inaspettati, rivelabili solo con nuove tecnologie di indagine paleontologica.
Holzmaden e il patrimonio fossile della Germania meridionale
La regione di Holzmaden, situata nel Baden-Württemberg, è da tempo celebre per la presenza di giacimenti fossiliferi straordinari, risalenti al Giurassico inferiore. Le argille bituminose di quest’area, note come Posidonienschiefer, hanno restituito esemplari unici di ittiosauri, plesiosauri e ammoniti, spesso con tracce di tessuti molli e parti organiche, grazie a condizioni anossiche che hanno rallentato la decomposizione e favorito la fossilizzazione dettagliata.
Proprio questa unicità geologica ha reso possibile la conservazione dei tessuti cutanei del plesiosauro analizzato dall’Università di Lund, offrendo una finestra eccezionale su un ecosistema marino scomparso da oltre 180 milioni di anni.
Tecnologie all’avanguardia per svelare la biologia dei rettili marini preistorici
Le indagini sui tessuti molli fossilizzati sono state possibili grazie a strumentazioni d’avanguardia, come microscopi elettronici a scansione, analisi spettroscopiche infrarosse e mappature chimiche, che hanno permesso di riconoscere dettagli microscopici delle cellule cutanee e delle squame fossilizzate, svelando strutture epidermiche rimaste intatte per milioni di anni.
Secondo i ricercatori dell’Università di Lund, questi risultati aprono nuovi scenari per la comprensione dell’evoluzione dei plesiosauri e degli adattamenti anatomici che permisero loro di dominare gli oceani mesozoici, confermando che la pelle e la superficie corporea svolgevano un ruolo chiave nella loro efficienza natatoria e nella loro sopravvivenza negli ambienti marini preistorici.