La NASA ha compiuto un ulteriore passo avanti nello sviluppo del Nancy Grace Roman Space Telescope (RST), destinato a diventare il successore del celebre Hubble. Dopo aver completato con successo l’integrazione del coronografo e il montaggio delle ottiche, il team della missione ha recentemente installato il parasole – noto come Deployable Aperture Cover – sull’esoscheletro del telescopio, chiamato Outer Barrel Assembly.
L’annuncio è stato condiviso tramite un post su X, celebrando il successo di questa fondamentale fase del progetto: “Milestone alert! Roman’s deployable aperture cover has been installed onto the outer barrel assembly”.
Il ruolo cruciale del parasole nel Nancy Grace Roman Telescope
Il parasole installato sul Roman Telescope è un elemento chiave per garantire l’efficienza dell’osservatorio. La sua funzione principale è quella di bloccare la luce diffusa che potrebbe interferire con le osservazioni. Progettata e realizzata presso il Goddard Space Flight Center della NASA, questa struttura è essenziale per migliorare la sensibilità del telescopio alle lunghezze d’onda infrarosse, consentendo agli astronomi di individuare oggetti deboli e lontani nell’universo.
Ma il suo compito non si limita a ridurre l’inquinamento luminoso. Una volta in orbita intorno al punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole, il parasole avrà anche il compito di proteggere il telescopio dall’impatto dei micrometeoriti. Per garantire questa protezione, gli ingegneri della NASA hanno progettato la struttura con un sistema simile a una finestra a doppio vetro, utilizzando due strati termici rinforzati separati da uno spazio di circa 2,5 centimetri. Uno di questi strati è realizzato in Kevlar, lo stesso materiale impiegato nei giubbotti antiproiettile, conferendogli un’elevata resistenza.
Il montaggio e i test di resistenza
Dopo aver superato rigorosi test – tra cui prove acustiche, test in camera termica a vuoto e verifiche ambientali – il parasole è stato finalmente installato sul telescopio. L’operazione è stata eseguita all’interno della più grande camera bianca del NASA Goddard Space Flight Center, dove i tecnici hanno assicurato il parasole all’Outer Barrel Assembly, un componente dalla forma cilindrica che funge da struttura di supporto.
Sheri Thorn, ingegnere aerospaziale presso il Goddard Space Flight Center, ha espresso l’emozione di assistere a questa fase cruciale del progetto: “È incredibile vedere questi componenti trasformarsi da semplici modelli digitali a strutture reali, fino alla loro integrazione effettiva. Seguire l’intero processo di assemblaggio è come osservare un bambino crescere, ed è un’esperienza davvero gratificante.”
Outer barrel assembly: l’esoscheletro del telescopio
L’Outer Barrel Assembly non ha solo la funzione di supportare il parasole, ma svolge anche altri ruoli fondamentali per il funzionamento del telescopio. Questa struttura:
- Ospita i pannelli solari, fornendo energia al telescopio.
- Aiuta a mantenere la temperatura stabile, evitando sbalzi termici che potrebbero compromettere le prestazioni degli specchi.
Per garantire un controllo termico ottimale, l’esoscheletro è equipaggiato con riscaldatori, dispositivi progettati per evitare variazioni di temperatura e garantire condizioni operative ideali.
I prossimi test e la preparazione al lancio
Anche se il parasole e l’esoscheletro sono già stati testati separatamente, ora che sono stati assemblati verranno sottoposti a nuove verifiche per garantire il loro corretto funzionamento. Uno dei test più importanti riguarda il dispiegamento del parasole.
Durante il lancio, il parasole sarà ripiegato e verrà aperto solo una volta raggiunto lo spazio. Per farlo, tre bracci meccanici si estenderanno verso l’alto in risposta a un comando specifico. Questo passaggio è cruciale per il successo della missione, poiché un malfunzionamento potrebbe compromettere la capacità del telescopio di ottenere immagini nitide.
Matthew Neuman, ingegnere meccanico della NASA, ha spiegato la sfida tecnica dietro questa operazione: “Poiché il parasole è progettato per aprirsi nello spazio, non è abbastanza resistente per dispiegarsi sotto l’effetto della gravità terrestre. Per testarlo sulla Terra, abbiamo utilizzato un Gravity Negation System, che compensa il suo peso e simula un ambiente di microgravità.”
Nei prossimi mesi, il sistema parasole-esoscheletro sarà sottoposto a ulteriori test, tra cui:
- Una prova in camera termica a vuoto, per verificare la resistenza alle temperature e alla pressione dello spazio.
- Un test di vibrazione, che simulerà le intense sollecitazioni meccaniche a cui il telescopio sarà sottoposto durante il lancio.
Se tutti i test daranno esito positivo, il passo successivo sarà il collegamento dei pannelli solari, seguito dall’integrazione dell’intero osservatorio, che dovrebbe completarsi entro la fine dell’anno.
Il prossimo grande traguardo: il lancio nel 2027
L’installazione del parasole rappresenta il superamento di una tappa fondamentale, nota come Key Decision Point-D (KDP-D). Questo traguardo segna il passaggio dalla fase di costruzione a quella di assemblaggio e collaudo del telescopio.
Se il progetto proseguirà secondo la tabella di marcia, il Nancy Grace Roman Space Telescope potrebbe essere pronto già nel 2026, con il lancio previsto per maggio 2027. Una volta operativo, questo innovativo osservatorio spaziale rivoluzionerà lo studio dell’universo a infrarossi, permettendo agli astronomi di esplorare galassie lontane, esopianeti e misteri cosmici ancora irrisolti.