L’inaspettata fragranza delle mummie dell’Antico Egitto stupisce gli studiosi
Un’indagine archeologica senza precedenti ha rivelato che le mummie dell’Antico Egitto, conservate presso il Museo Egizio del Cairo, emanano un profumo sorprendente, descritto come un intreccio di note legnose, accenti dolci e sfumature speziate. Questo risultato, pubblicato sulla rivista scientifica ‘Journal of the American Chemical Society’, è il frutto di un’attenta analisi condotta da un team internazionale di ricercatori, coordinato dagli esperti egiziani del prestigioso istituto cairota.
L’indagine non solo ha offerto nuove informazioni sulla pratica della mummificazione, ma apre prospettive innovative per le strategie di conservazione museale e per la creazione di percorsi espositivi multisensoriali, capaci di coinvolgere il pubblico attraverso l’olfatto.
Il valore sacro degli aromi nell’antico rituale della mummificazione
Nella civiltà dell’Antico Egitto, l’olfatto rivestiva un ruolo spirituale e simbolico fondamentale nei complessi rituali di mummificazione. Il trattamento del corpo con essenze profumate non era semplicemente funzionale a evitare il deterioramento organico, ma rappresentava un vero e proprio viatico per l’aldilà, ritenuto indispensabile per assicurare al defunto purezza e protezione divina.
Gli aromi dolci e le fragranze balsamiche evocavano perfezione e sacralità, mentre miasmi e cattivi odori erano percepiti come segni di corruzione e decadenza. Le resine profumate e gli oli essenziali utilizzati durante l’imbalsamazione avevano quindi la funzione di neutralizzare i segni della decomposizione e avvolgere il corpo in una fragranza eterna, ritenuta degna degli dèi dell’Oltretomba, come Osiride e Anubi.
Tra simbolismo e pragmatismo: le sostanze aromatiche nella pratica imbalsamatoria
Gli ingredienti impiegati per la mummificazione non erano scelti casualmente, ma selezionati con cura millenaria per garantire sia la conservazione del corpo che la sua consacrazione spirituale.
Le mummie dei faraoni e delle alte gerarchie nobiliari ricevevano trattamenti con oli pregiati e resine rare, importate anche da regioni lontane come Punt e la Penisola Arabica, mentre le salme delle classi popolari erano trattate con composti più economici, seppur sempre profumati.
Le analisi condotte sui corpi imbalsamati hanno confermato la presenza di:
- Olio di cedro, pregiato per le sue proprietà antibatteriche.
- Resina di pino e ginepro, capaci di ritardare il degrado dei tessuti.
- Mirra e incenso, impiegati per scongiurare infezioni fungine e batteriche, oltre che per diffondere una profumazione persistente.
Il risultato di questa alchimia ancestrale era una fragranza complessa, nella quale si mescolavano sentori resinosi, dolcezza balsamica e punte speziate, un aroma immortale che, a distanza di millenni, emana ancora dalle bende avvolgenti dei corpi faraonici custoditi nei sotterranei del Museo Egizio del Cairo.
L’innovativo studio olfattivo sulle mummie: l’analisi dei “profumi del tempo”
Per la prima volta nella storia dell’egittologia, un’équipe di scienziati ha indagato in modo rigoroso e scientifico il profilo aromatico delle mummie egiziane.
La ricerca ha coinvolto nove corpi mummificati, custoditi nei depositi del Museo Egizio del Cairo, sottoposti a sofisticate analisi chimiche mediante gascromatografia abbinata a spettrometria di massa, strumenti capaci di scomporre e identificare con esattezza le molecole odorose ancora intrappolate nelle fasciature secolari.
Parallelamente, è stato costituito un gruppo di “nasi esperti”, professionisti del settore profumiero addestrati ad analizzare e descrivere odori complessi, i quali hanno confermato la presenza di un bouquet olfattivo caratterizzato da legno aromatico, dolcezza mielata e spezie antiche.
Questo approccio interdisciplinare, che ha unito chimica analitica e sensibilità olfattiva umana, ha consentito di distinguere le fragranze originali delle resine imbalsamatorie dai residui odorosi derivanti dai secoli di conservazione museale, restituendo così il vero profumo dell’Antico Egitto.
Musei olfattivi: il futuro dell’esperienza archeologica
L’intuizione rivoluzionaria scaturita da questo studio pionieristico apre scenari inediti nel campo della conservazione museale e della divulgazione archeologica.
Conoscere la composizione olfattiva delle mummie egiziane consente di ottimizzare i sistemi di conservazione, prevenendo alterazioni chimiche dannose e garantendo la tutela del patrimonio funerario.
Inoltre, questa scoperta sensoriale potrebbe trasformare l’esperienza del pubblico nei grandi musei egittologici di tutto il mondo, da Il Cairo a Londra, da Parigi a Torino.
Immaginare di varcare le sale di un’esposizione dedicata ai faraoni, non limitandosi a osservare sarcofagi dorati e maschere funerarie, ma respirando gli stessi effluvi speziati che accompagnarono il viaggio ultraterreno di Ramses o Tutankhamon, significa ricostruire il passato attraverso i sensi, rendendo più tangibile e intimo il legame con l’Antico Egitto.
Il Museo Egizio del Cairo, grazie a questo passo avanguardistico, potrebbe dunque inaugurare una nuova era espositiva, dove il patrimonio archeologico non sarà più solo da guardare, ma anche da annusare e vivere col respiro della storia.