Seul interrompe l’uso dell’IA DeepSeek per violazioni sulle informazioni personali
Il governo della Corea del Sud ha disposto la sospensione immediata del servizio DeepSeek, piattaforma cinese di intelligenza artificiale, a causa di gravi dubbi riguardanti la gestione dei dati sensibili degli utenti. La Commissione sudcoreana per la protezione delle informazioni personali ha comunicato che, a partire dalle 18:00 di Sabato (le 10:00 in Italia), la piattaforma è stata bloccata su tutto il territorio sudcoreano, e il ripristino del servizio sarà autorizzato solo dopo l’attuazione di correttivi e adeguamenti alle normative locali in materia di privacy.
La decisione governativa è maturata in seguito alla diffusione di sospetti su possibili violazioni delle leggi sudcoreane, sollevati da diverse istituzioni statali, che nei giorni scorsi avevano vietato l’accesso a DeepSeek all’interno delle proprie reti per tutelare informazioni riservate. L’applicazione DeepSeek risulta ora indisponibile per il download in Corea del Sud, e il blocco rimarrà attivo fino al completamento di una revisione approfondita delle pratiche aziendali relative al trattamento dei dati personali.
DeepSeek R1, l’intelligenza artificiale cinese che sfida i colossi Usa
Il chatbot R1, sviluppato dalla startup cinese DeepSeek, aveva suscitato stupore e interesse negli ambienti finanziari internazionali, grazie alla capacità di competere con gli algoritmi avanzati delle aziende occidentali, in particolare statunitensi, mantenendo costi operativi notevolmente inferiori. Tuttavia, molti governi, tra cui quello di Seul, hanno iniziato a monitorare con attenzione il sistema di archiviazione e utilizzo delle informazioni sensibili adottato da DeepSeek.
La società cinese ha sempre ribadito che i dati raccolti vengono archiviati in server sicuri situati nella Repubblica Popolare Cinese, ma questa dichiarazione non ha dissipato i timori delle autorità estere, preoccupate per possibili abusi e accessi non autorizzati da parte del governo di Pechino.
Indagine di Seul: l’inchiesta formale e la risposta di DeepSeek
Già nel Gennaio 2025, il governo sudcoreano aveva avviato un’indagine ufficiale sulle attività di DeepSeek, richiedendo spiegazioni dettagliate sulle modalità di raccolta e gestione delle informazioni personali. In risposta, la startup cinese ha designato un rappresentante ufficiale in Corea del Sud, riconoscendo di non aver pienamente rispettato le norme locali sulla tutela della privacy.
Pur dichiarando la volontà di cooperare con le autorità sudcoreane, la società di Pechino ha sottolineato che l’adeguamento alle severe regolamentazioni di Seul richiederà un lungo periodo di tempo, rallentando così l’operatività e l’espansione del servizio sul mercato sudcoreano.
Sospensione concordata: il blocco temporaneo per rassicurare gli utenti sudcoreani
Alla luce delle continue preoccupazioni sollevate dai cittadini e dalle istituzioni di Seul, la Commissione per la protezione delle informazioni personali ha raccomandato formalmente la sospensione del servizio DeepSeek, suggerendo alla società cinese di interrompere temporaneamente le attività fino a quando non verranno garantiti standard di sicurezza e trasparenza conformi alla legislazione locale.
DeepSeek ha accettato la richiesta delle autorità sudcoreane, sottolineando di essere pronta ad adottare le misure necessarie per ottenere nuovamente l’autorizzazione a operare in Corea del Sud.
Il provvedimento di Seul rappresenta un ulteriore segnale di allarme per le aziende tecnologiche cinesi, che da tempo affrontano ostacoli normativi nei mercati internazionali, con particolare riferimento agli Stati Uniti e ai Paesi dell’Asia orientale, sempre più attenti alla tutela delle informazioni personali e ai rischi di cybersicurezza legati ai prodotti di Pechino.