Recentemente, la Cina ha sperimentato una ondata di freddo pungente che ha infranto i record stagionali per le basse temperature. Questo fenomeno potrebbe essere il risultato di un indebolimento del vortice polare, una fascia di correnti d’aria veloci che normalmente trattiene le ondate di freddo artico.
La causa del freddo estremo
Un vortice polare indebolito
Il 13 dicembre, una potente ondata di freddo ha fatto il suo ingresso in Cina attraverso lo Xinjiang, portando con sé venti così forti da scatenare i massimi allarmi per le tempeste. In breve tempo, il freddo si è diffuso verso est, avvolgendo la capitale Pechino in un clima gelido e, nei giorni successivi, ha attraversato il fiume Yangtze, portando nevicate rare fino alle regioni collinari del Guangdong, nel sud del paese. Sebbene gli inverni freddi non siano una novità in Cina, le temperature particolarmente basse e la durata prolungata di questa ondata di freddo suggeriscono una possibile “fuga” d’aria fredda dal vortice polare, che di solito circonda strettamente il Polo Nord, impedendo all’aria artica di invadere le latitudini più basse.
Il riscaldamento globale e il vortice polare
Negli ultimi anni, i meteorologi hanno attribuito l’indebolimento del vortice polare, che si muove a velocità elevatissime da ovest verso est a un’altitudine di fino a 50 km, al freddo pungente che periodicamente colpisce il Nord America. “Negli ultimi 30 anni, il Circolo Polare Artico ha sperimentato il riscaldamento più rapido a livello globale, noto come fenomeno dell’amplificazione artica”, ha spiegato Shao Sun, climatologo presso l’Università della California, Irvine. “Il riscaldamento porta a un indebolimento del vortice polare nell’Artico, facilitando il movimento verso sud dell’aria fredda all’interno del vortice, contribuendo così all’occorrenza di eventi di ondate di freddo”.
Impatti e previsioni
Il riscaldamento dell’Artico
L’estensione del ghiaccio marino continua a diminuire e le temperature artiche sono aumentate almeno il doppio rispetto alle temperature globali, forse anche di più, dal 2000, come mostrato da un recente rapporto della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti. Il periodo di 12 mesi conclusosi nel settembre 2023 ha segnato il sesto anno più caldo nell’Artico da quando sono iniziati i record nel 1900, secondo la NOAA.
Le ondate di freddo e il riscaldamento globale
Le ondate di freddo severe non sono in contraddizione con il riscaldamento globale, ha detto Sun, ma mostrano invece che il sistema climatico sta diventando sempre più instabile e che le previsioni climatiche basate su medie regionali o mensili non sono più accurate. Inoltre, il fenomeno meteorologico El Niño, che di solito porta a un inverno più caldo in Cina, complica ulteriormente le previsioni meteorologiche invernali del paese. Tuttavia, le medie nazionali su tutto l’inverno potrebbero non riflettere accuratamente l’intensità degli eventi estremi e potrebbero addirittura mascherare le fluttuazioni all’interno della stagione.
Le previsioni cinesi indicano che il tempo anormalmente freddo potrebbe terminare intorno al 22 dicembre al nord e il 23 dicembre nelle regioni centrali e orientali, con temperature che dovrebbero tornare a livelli più normali entro la fine di dicembre. Tuttavia, Woo Jin-kyu, funzionario dell’Amministrazione Meteorologica della Corea a Seoul, ha avvertito che è “difficile dire” se il tempo più freddo possa essere causato da un vortice polare indebolito dal cambiamento climatico. Sembra più un “blocco temporaneo”, ha detto Woo.
Questi eventi mettono in luce la complessità del sistema climatico e la necessità di continuare a studiare e comprendere i cambiamenti in atto per poter prevedere e mitigare gli impatti del riscaldamento globale.