Un corallo fungo che si sposta sulla sabbia dell’oceano può sembrare una creatura uscita da un racconto di fantascienza, ma un nuovo video time-lapse ha rivelato dettagli inediti su come questi polipi solitari riescano a ”camminare” lungo il fondale marino.
Un corallo in movimento: una scoperta affascinante
A differenza di molti altri coralli che si uniscono per formare barriere coralline, i coralli fungo della famiglia Fungiidae conducono una vita solitaria. Il loro aspetto ricorda un cappello di fungo, con una superficie morbida e una struttura che si adatta alle profondità marine. Ma la loro vera peculiarità sta nella capacità di muoversi, seppur lentamente, sul fondale oceanico.
Il biologo dei coralli e microscopista Brett Lewis, della Queensland University of Technology di Brisbane, ha studiato da vicino questo insolito comportamento. Le sue immagini rivelano che il corallo si gonfia e si sgonfia ritmicamente, creando piccoli movimenti a scatti che gli consentono di avanzare. “È un movimento simile a quello di una medusa, con pulsazioni che gli permettono di sollevarsi leggermente dal fondale prima di ricadere in una posizione più avanzata,” spiega Lewis.
La strategia del corallo fungo per cacciare e sopravvivere
Oltre alla sua capacità di spostarsi, il corallo fungo possiede un altro tratto distintivo: un biofilm appiccicoso che utilizza per intrappolare piccole prede. Quando un organismo resta impigliato in questa sostanza, il corallo apre la bocca—o più bocche—e lo inghiotte, conducendolo verso un sistema digestivo dotato di filamenti urticanti in grado di dissolvere la vittima.
Questi coralli non sono solo curiosi dal punto di vista biologico, ma anche ispirazione per creature immaginarie. Lewis scherza sul fatto che il meccanismo digestivo del corallo potrebbe essere perfetto per un mostro in Dungeons and Dragons.
Un lungo viaggio verso acque più profonde
I coralli fungo iniziano la loro esistenza ancorati alle barriere coralline, ma prima che il loro scheletro interno diventi troppo pesante, iniziano un lento ma costante viaggio verso le profondità. Per muoversi, gonfiano la base del corpo e si spingono in avanti con piccole pulsazioni ritmiche.
Gli studi di Lewis hanno documentato che un esemplare di Cycloseris cyclolites può coprire fino a 36 millimetri in due ore. Può sembrare una distanza insignificante, ma nel corso di settimane e mesi, questo movimento permette loro di abbandonare la barriera corallina e stabilirsi su fondali sabbiosi più profondi.
Un’attrazione naturale per le profondità blu
Un aspetto interessante del comportamento di questi coralli è la loro sensibilità alla luce. Mentre si spostano, tendono a dirigersi verso zone con luce blu, che penetrano più in profondità nell’acqua. Un esperimento di laboratorio ha mostrato che i coralli posti in una scatola con diverse fonti di luce si muovono sempre verso quella blu, suggerendo che utilizzino questo segnale per trovare la strada verso le acque più profonde.
Come un corallo si ribalta da solo
Un altro studio condotto dal naturalista marino Bert W. Hoeksema, del Naturalis Biodiversity Center nei Paesi Bassi, ha analizzato una delle sfide della vita senza gambe: come raddrizzarsi se si capovolge.
Osservando un piccolo corallo fungo di una specie differente, i ricercatori hanno visto che l’animale restava immobile per un’ora, poi iniziava una lunga serie di contorsioni per tre ore fino a riuscire a girarsi completamente. Ma come fa?
Hoeksema ipotizza che questi coralli utilizzino un meccanismo di propulsione a getto, sfruttando la capacità delle loro bocche di espellere acqua per creare un movimento sufficiente a capovolgersi e tornare in posizione corretta.
Questa straordinaria strategia di sopravvivenza dimostra ancora una volta quanto sia sorprendente il mondo degli abitanti delle profondità marine e quanto ci sia ancora da scoprire su questi enigmatici coralli mobili.