L’Europa di 11 milioni di anni fa era un continente molto diverso da quello che conosciamo oggi. Una delle sue caratteristiche più sorprendenti era il Paratethys, un immenso corpo d’acqua che si estendeva dalle Alpi fino all’Asia Centrale. Oggi, grazie alla ricerca condotta dall’Università di Utrecht, sappiamo molto di più su questo gigantesco lago, tanto da aver guadagnato un posto nel Guinness dei Primati.
La ricerca record
Il lavoro del Dr. Dan Palcu
Il Dr. Dan Palcu, scienziato della terra presso l’Università di Utrecht, ha guidato una ricerca che ha portato alla scoperta delle dimensioni esatte del Paratethys, il più grande lago mai esistito sulla Terra. Questo studio ha permesso all’Università di Utrecht di essere menzionata per la prima volta nel Guinness dei Primati, con una pagina intera dedicata al “Lago più grande di sempre” sul loro sito web e un riconoscimento nell’edizione cartacea.
La tecnica della magnetostratigrafia
Il Dr. Palcu e il Laboratorio Paleomagnetico Fort Hoofddijk del Dipartimento di Scienze della Terra hanno svolto un ruolo fondamentale nell’individuare le dimensioni del Lago Paratethys. Utilizzando una tecnica chiamata magnetostratigrafia, che sfrutta le inversioni del campo magnetico terrestre per datare gli strati di sedimenti del passato remoto, i ricercatori di Utrecht hanno potuto determinare la grandezza e il volume del Paratethys, contribuendo in modo essenziale a questa affascinante scoperta.
Il Paratethys: un lago unico nella storia della Terra
La fauna endemica
Il Paratethys ospitava una fauna endemica unica, tra cui il Cetotherium riabinini, la balena più piccola mai trovata nei record fossili. Questo megalago si formò a seguito dell’innalzamento delle catene montuose dell’Europa centrale, che separarono l’antico Mare Paratethys dall’oceano, creando così il Paratethys, il più grande lago mai esistito. Al suo apice, si estendeva su un’area di circa 2,8 milioni di chilometri quadrati, contenendo più di 1,8 milioni di chilometri cubi di acqua salmastra, più di dieci volte il volume di tutti i laghi salati e d’acqua dolce attuali combinati.
La storia tumultuosa
Il Dr. Palcu e i suoi colleghi hanno svelato la storia tumultuosa del Paratethys, segnata da molteplici crisi idrologiche e periodi di disseccamento. Durante la crisi più grave, il megalago perse più di due terzi della sua superficie e un terzo del suo volume, con il livello dell’acqua che scese fino a 250 metri. Questo ebbe impatti devastanti sulla fauna endemica, portando all’estinzione di molte specie. In un certo momento, il lago si riempì nuovamente, collegandosi con il Mar Mediterraneo e perdendo così il suo primato di lago più grande di sempre.
Le fluttuazioni climatiche
Il Dr. Palcu sottolinea l’importanza della loro ricerca: “La nostra esplorazione del Paratethys va oltre la semplice curiosità. Rivela un ecosistema estremamente sensibile alle fluttuazioni climatiche. Esplorando i cataclismi che questo antico megalago ha subito a causa dei cambiamenti climatici, otteniamo preziose intuizioni che possono chiarire la strada per affrontare le crisi attuali e future in mari tossici, come il Mar Nero”.
Lo stoccaggio del carbonio
Il Dr. Palcu, attualmente impegnato in un progetto finanziato da Veni sulla resilienza di queste regioni ambientalmente fragili ai cambiamenti climatici e alle alterazioni indotte dall’uomo, enfatizza che comprendere il Paratethys non è solo un viaggio nel tragico passato, ma anche un faro di speranza per il futuro: “Il moderno Mar Nero ha il potenziale per diventare una delle più grandi regioni naturali di stoccaggio del carbonio della Terra. La sua stabilità è di fondamentale importanza per sbloccare la sua capacità come sito leader per future iniziative di stoccaggio del carbonio”.
La collaborazione internazionale
Guadagnare un posto nel Guinness dei Primati è un grande traguardo e informerà molti sulla scienza affascinante che circonda questo megalago. Lo studio che ha ispirato il Guinness dei Primati a dedicare un articolo al Paratethys è stato una collaborazione tra l’Università di Utrecht (Paesi Bassi), l’Università di São Paulo (Brasile), l’Accademia Russa delle Scienze, il Senckenberg Biodiversity and Climate Research Centre (Germania) e l’Università di Bucarest (Romania), pubblicato nel 2021 e guidato dal Dr. Dan Palcu.