Un fenomeno luminoso osservato in una galassia distante potrebbe fare luce su due degli enigmi più affascinanti dell’astronomia. Soprannominato Platypus, questo evento rappresenta un potenziale anello di congiunzione tra le esplosioni stellari LFBOT e gli eventi di distruzione mareale causati dai buchi neri. L’osservazione potrebbe persino offrire indizi sull’origine dei buchi neri supermassicci, che popolano il cuore della maggior parte delle galassie dell’universo.
Un segnale potente da una galassia lontana
Gli astronomi hanno individuato Platypus in una galassia nana situata a circa 6,5 miliardi di anni luce dalla Terra. Il bagliore ha mostrato caratteristiche compatibili sia con un evento di distruzione mareale – il fenomeno in cui una stella viene inghiottita da un buco nero – sia con i transitori ottici luminosi e veloci blu (LFBOT), esplosioni di origine ancora incerta.
L’astrofisico Vikram Ravi, del Caltech, ha presentato questa scoperta il 15 gennaio durante un incontro della American Astronomical Society, sottolineando che Platypus potrebbe rappresentare un collegamento tra queste due classi di fenomeni.
La ricerca di buchi neri di massa intermedia
Il team di scienziati non stava inizialmente cercando un LFBOT, ma si concentrava su eventi legati ai buchi neri di massa intermedia, corpi celesti con masse pari a migliaia di volte quella del Sole. Questi oggetti potrebbero rappresentare i precursori dei buchi neri supermassicci, che possono raggiungere miliardi di masse solari.
Secondo Jean Somalwar, astrofisico del Caltech e coautore dello studio, comprendere questi elusivi buchi neri è fondamentale per ricostruire la storia della formazione dei colossi cosmici che dominano il centro delle galassie.
Un bagliore straordinario
L’evento è stato individuato nel luglio scorso grazie all’Osservatorio Palomar, vicino a San Diego. Successive osservazioni con il Telescopio Spaziale Hubble hanno permesso di determinare la posizione dell’esplosione, localizzata ai margini di una galassia nana. La sua luminosità si è rivelata 100 volte superiore a quella dell’intera popolazione stellare della galassia ospite.
Secondo Somalwar, il fenomeno osservato potrebbe essere stato generato da una stella di massa eccezionale, oppure da un buco nero supermassiccio in fase di accrescimento. Tuttavia, la dimensione ridotta della galassia rende improbabile la presenza di entrambi questi elementi. Un’ipotesi più plausibile è che il responsabile sia un buco nero di massa intermedia, ancora poco studiato.
Un ibrido tra LFBOT ed eventi di distruzione mareale
Un altro aspetto insolito di Platypus è che ha mostrato caratteristiche tipiche di un LFBOT, come un’intensa emissione di luce blu e un rapido aumento di luminosità. Tuttavia, mentre gli LFBOT tradizionali tendono a esaurirsi in pochi giorni, Platypus è rimasto brillante per circa due settimane, un comportamento più simile a quello di un evento di distruzione mareale.
Gli scienziati sperano di poter osservare nuovamente il fenomeno con il Telescopio Spaziale James Webb e con Hubble nel prossimo mese, per raccogliere dati più dettagliati. Inoltre, il futuro Osservatorio Vera Rubin, in costruzione in Cile, potrebbe rivelare molti altri eventi simili, permettendo agli astronomi di comprendere meglio questi enigmatici lampi cosmici.