Nell’ottobre del 2019, gli astronomi hanno assistito a un evento insolito nella costellazione di Orione. La stella supergigante rossa Betelgeuse, decima stella più luminosa in cielo e distante circa 550 anni luce dalla Terra, ha perso luminosità in brevissimo tempo.
Alcuni scienziati hanno pensato di trovarsi di fronte all’esplosione di una supernova nella Via Lattea (un evento registrato l’ultima volta nel XVII secolo), a seguito di quello che ora è soprannominato Great Dimming (Grande Oscuramento).
Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature – svolto da un team internazionale di esperti con l’utilizzo del Very Large Telescope (VLT) – ha mostrato che l’abbassamento di luminosità non è dovuto all’imminente scomparsa della stella.
La causa della minore luminosità è più probabilmente dovuta a una nube polverosa di dimensioni enormi che, frapposta tra la Terra e Betelguese, non solo ce ne oscura la vista, ma ha causato il raffreddamento della superficie della stella.
Gli scienziati suppongono che Betelgeuse abbia rilasciato un’enorme bolla di gas prima del Grande Oscuramento. Questo gas si è allontanato dalla stella causandone l’abbassamento della temperatura superficiale. Ciò ha a sua volta causato il passaggio della bolla di gas in polvere.
Si può definire come vera e propria ‘polvere di stelle’. L’astrofisica Emily Cannon ha affermato che “la polvere espulsa dalle stelle fredde evolute, come l’espulsione a cui abbiamo appena assistito, potrebbe diventare l’elemento che crea la vita nei pianeti terrestri.”
Non è la fine del ciclo di vita della stella quindi, ma l’esatto opposto. Una stella vicina che dà vita ad altri pianeti intorno ad essa. Betelgeuse ha quindi ancora lunga vita ed un giorno esploderà, ma tra circa 100 mila anni secondo gli ultimi modelli di evoluzione stellare.