Mantenere i prodotti freschi è essenziale per garantire la sicurezza alimentare, ma pochi sanno che i sistemi di refrigerazione dei supermercati contribuiscono in modo significativo al riscaldamento globale. Il motivo principale è l’uso di HFC (idrofluorocarburi), gas refrigeranti con un elevato potenziale di effetto serra, responsabili di una parte consistente delle emissioni inquinanti.
Secondo Morgan Vanzo del North American Sustainable Refrigeration Council, i supermercati sono tra le principali fonti di perdite di HFC, a causa della complessità e delle dimensioni dei loro impianti di refrigerazione. Questo fenomeno è tanto grave che, solo negli Stati Uniti, la dispersione di questi gas nell’atmosfera genera ogni anno un impatto climatico pari alla combustione di oltre 30 milioni di tonnellate di carbone.
Perché i frigoriferi dei supermercati inquinano così tanto?
I sistemi di refrigerazione commerciale sono costituiti da una rete complessa di tubazioni, compressori e scambiatori di calore, che operano in modo continuo per mantenere la catena del freddo. A causa della loro struttura articolata, questi impianti tendono a presentare fughe di gas refrigeranti, spesso difficili da individuare e riparare tempestivamente.
Gli HFC, sebbene abbiano sostituito i più dannosi CFC (clorofluorocarburi) banditi negli anni ‘90 per la loro capacità di danneggiare lo strato di ozono, restano tra i principali responsabili del cambiamento climatico. Questi gas hanno un potenziale di riscaldamento globale migliaia di volte superiore alla CO₂, rendendo le loro perdite particolarmente pericolose per l’ambiente.
Quali soluzioni esistono per ridurre l’impatto ambientale?
Per diminuire l’impatto ambientale dei frigoriferi commerciali, i supermercati possono adottare due strategie principali. La prima è la manutenzione regolare e il miglioramento dell’efficienza degli impianti esistenti, per ridurre al minimo le fughe di HFC. Tuttavia, questa soluzione è solo un palliativo e non risolve il problema alla radice.
La strategia più efficace è la transizione verso refrigeranti alternativi, come CO₂, ammoniaca o idrocarburi naturali, che hanno un impatto ambientale molto più basso rispetto agli HFC. Secondo Vanzo, la tecnologia necessaria per questo passaggio è già disponibile e collaudata, ma il principale ostacolo rimane il costo elevato dell’aggiornamento degli impianti.
Per molte piccole catene e negozi indipendenti, specialmente in aree economicamente svantaggiate, il costo iniziale di un nuovo sistema di refrigerazione può essere proibitivo. Per questo motivo, il North American Sustainable Refrigeration Council sostiene programmi di finanziamento che aiutino i supermercati a investire in soluzioni sostenibili.
Senza un’azione concreta, la refrigerazione dei supermercati continuerà a essere un problema ambientale sottovalutato ma cruciale. Investire in tecnologie più ecologiche non è solo una scelta etica, ma una necessità per contrastare il riscaldamento globale.