Testi cinquecenteschi svelano inondazioni, carestie e catastrofi climatiche
Gli storici del clima hanno analizzato antichi documenti manoscritti per ricostruire la realtà della Transilvania durante la Piccola Era Glaciale, un periodo di raffreddamento climatico tra il XIV e il XIX secolo. Queste testimonianze, scritte in ungherese, turco e latino, rivelano come la popolazione abbia affrontato siccità estreme, inondazioni devastanti e carestie mortali, fornendo un’importante finestra sul passato e sulle potenziali sfide future legate ai cambiamenti climatici.
Una finestra sul clima del passato
Nel corso dei secoli, numerosi studi paleoclimatici hanno ricostruito l’andamento delle temperature attraverso l’analisi di pollini, sedimenti e carote di ghiaccio. Tuttavia, questi metodi non possono raccontare come le persone percepivano e reagivano ai cambiamenti climatici. Ed è proprio su questo aspetto che si è concentrato il team guidato da Tudor Caciora, climatologo dell’Università di Oradea in Romania, il quale ha analizzato cronache e diari dell’epoca alla ricerca di indizi sulle condizioni meteorologiche e sugli effetti sociali ed economici delle anomalie climatiche.
La Transilvania del XVI secolo si presentava come un territorio soggetto a eventi climatici estremi. Nella prima metà del secolo, i documenti descrivono temperature elevate e lunghi periodi di siccità, seguiti da una progressiva aumento delle precipitazioni nella seconda metà del Cinquecento. Questa inversione climatica ha avuto conseguenze devastanti sulla popolazione, portando a crisi agricole, diffusione di malattie e carestie.
Carestie e disperazione: il prezzo del cambiamento climatico
Uno dei passaggi più drammatici riportati dai documenti riguarda la terribile carestia dell’estate del 1534, causata da una prolungata siccità. Le descrizioni dell’epoca raccontano scene di estrema disperazione: uomini e donne ridotti alla fame, costretti a cibarsi di erbe, cortecce d’albero e carcasse di animali in decomposizione. Alcuni testi narrano di corpi scheletrici trovati con fili d’erba ancora tra i denti, segno di una fame così insopportabile da portare la gente a ingerire qualsiasi cosa pur di sopravvivere.
Un ritardo nella Piccola Era Glaciale?
Le informazioni raccolte suggeriscono che la Piccola Era Glaciale potrebbe aver avuto un impatto ritardato sulla Transilvania, rispetto ad altre aree dell’Europa occidentale, dove il raffreddamento era già evidente dal XVI secolo. Studi precedenti indicano che, dopo il 1560, le temperature medie europee si abbassarono di circa 0,5 gradi Celsius, ma i testi cinquecenteschi transilvani descrivono ancora un clima insolitamente caldo. Questo porta gli studiosi a ipotizzare che l’abbassamento termico nella regione sia avvenuto più tardi rispetto ad altre zone d’Europa.
Lezioni dal passato per il futuro
Comprendere come le popolazioni del passato abbiano affrontato eventi climatici estremi è essenziale per prevedere le possibili conseguenze del riscaldamento globale attuale. Secondo Ulrich Foelsche, climatologo dell’Università di Graz, queste ricerche forniscono dati preziosi sulla variabilità climatica e possono aiutare a prepararsi a futuri scenari di crisi.
“Immagina cosa potrebbe accadere se un evento simile si verificasse in un mondo che oggi è già più caldo di 2 gradi in media“, osserva Foelsche. Le sfide climatiche del passato potrebbero rivelarsi un inquietante presagio per il futuro.