La neuroscienziata e imprenditrice Emilė Radytė sta rivoluzionando la comprensione del cervello femminile attraverso la stimolazione cerebrale non invasiva, analizzando il legame tra il sistema nervoso e condizioni come la sindrome premestruale, i dolori mestruali e la depressione postpartum.
Il grande punto cieco nelle neuroscienze
Per decenni, la ricerca neuroscientifica si è basata prevalentemente su studi condotti su uomini o su campioni misti, senza considerare le specificità biologiche femminili. Questa lacuna ha portato a una visione incompleta del cervello umano, ignorando l’effetto delle fluttuazioni ormonali sulla struttura e il funzionamento cerebrale.
Solo recentemente è emerso che eventi come la gravidanza e il parto possono rimodellare profondamente il cervello, mentre il ciclo mestruale può influenzarne il funzionamento in modi finora sottovalutati. Questa mancanza di dati non solo ha limitato la comprensione dei processi cognitivi e emotivi femminili, ma ha anche influito sulla validità di molte conclusioni della neuroscienza tradizionale.
La rivoluzione di Emilė Radytė e Samphire Neuroscience
Proprio questa consapevolezza ha spinto Emilė Radytė a fondare Samphire Neuroscience, una start-up che utilizza la stimolazione cerebrale per esplorare e trattare condizioni che colpiscono prevalentemente le donne. Il suo obiettivo è ridefinire la comprensione di disturbi come la sindrome premestruale, i dolori mestruali e la depressione postpartum, offrendo nuove prospettive terapeutiche.
Radytė ha iniziato la sua carriera in medicina d’emergenza, dove ha notato che circa la metà delle urgenze riguardava problemi di salute mentale. Questa esperienza ha alimentato il suo interesse per la neuroscienza applicata, portandola a sviluppare nuove soluzioni per affrontare il problema alla radice.
Come le neuroscienze femminili cambieranno la salute mentale
Un’analisi più approfondita del cervello femminile potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui vengono trattati i disturbi neurologici e psichiatrici. Se finora molte terapie sono state sviluppate senza tenere conto delle specificità biologiche delle donne, l’emergere di studi mirati potrebbe aprire la strada a cure più personalizzate ed efficaci.
Le implicazioni di questa nuova frontiera sono enormi: comprendere meglio le connessioni tra cervello, ormoni e comportamento non solo migliorerà la qualità della vita di milioni di donne, ma metterà in discussione molte delle teorie neuroscientifiche consolidate fino a oggi.