L’albero genealogico degli ominini potrebbe presto arricchirsi di un nuovo ramo con la possibile identificazione di Paranthropus capensis, un antenato preistorico dall’aspetto simile a un gorilla, vissuto nell’Africa meridionale circa 1,4 milioni di anni fa.
La scoperta di un fossile misterioso
Lo studio si concentra su una mandibola appartenente a un antico ominino, nota come SK 15, rinvenuta nel 1949 nella grotta di Swartkrans, in Sudafrica. Questo sito è celebre per l’eccezionale quantità di fossili appartenenti a specie umane primitive, tra cui alcuni dei più antichi rappresentanti del genere Homo.
Per decenni, gli scienziati hanno dibattuto sull’identità di SK 15, attribuendola inizialmente a Homo erectus, una specie capace di dominare il fuoco e sopravvissuta per oltre due milioni di anni. In seguito, alcuni studiosi hanno ipotizzato una somiglianza con Homo naledi, una specie dalle dimensioni cerebrali ridotte e avvolta nel mistero.
Oggi, una nuova analisi suggerisce che SK 15 potrebbe appartenere a un ramo completamente distinto dell’albero evolutivo umano: il genere Paranthropus, noto per i suoi tratti robusti e la potente struttura mandibolare.
Una specie mai riconosciuta prima?
Gli studiosi affermano che la forma della mandibola e alcune peculiarità dentali differenziano SK 15 da H. erectus, allineandolo invece con i membri di Paranthropus. Per questo motivo, suggeriscono che il fossile possa rappresentare una nuova specie, che hanno denominato Paranthropus capensis.
Da non confondere con il procavia delle rocce (Procavia capensis), il genere Paranthropus è composto da ominini preistorici caratterizzati da una forte muscolatura masticatoria, denti adattati a una dieta erbivora e un cranio massiccio, tratti che li rendono paragonabili ai gorilla odierni.
Tra le specie già note del genere si trovano P. robustus, P. boisei e P. aethiopicus, considerati cugini lontani di Homo sapiens. Anche se l’essere umano moderno non discende direttamente da loro, questi antichi ominini condividono alcuni degli stessi antenati comuni.
Un fossile che richiama l’“Uomo Schiaccianoci”
La caratteristica robustezza di Paranthropus è evidente anche nel cranio scoperto in Tanzania nel 1959, soprannominato “Uomo Schiaccianoci” per via della sua potente mandibola e dei denti enormi, perfetti per triturare cibi vegetali duri.
Secondo i ricercatori, la mandibola SK 15 mostra diverse somiglianze con questa specie, distinguendosi però per alcuni dettagli mai osservati prima. Questo suggerisce che possa trattarsi di una variante ancora sconosciuta di Paranthropus, un tassello mancante nell’intricato puzzle dell’evoluzione umana.
Lo studio, che potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione delle antiche ramificazioni dell’albero genealogico umano, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Human Evolution.