I controllori del traffico aereo si trovano di fronte a una nuova sfida: i detriti spaziali che rientrano nell’atmosfera terrestre. Secondo uno studio pubblicato su Nature, il rischio che parti di razzi o altri frammenti spaziali precipitino nelle rotte aeree globali ha raggiunto il 26% all’anno.
Sebbene la probabilità di un impatto diretto con un aeromobile sia relativamente bassa, la sola presenza di detriti nelle traiettorie di volo potrebbe costringere a deviazioni improvvise, con conseguenti ritardi e disagi per i passeggeri. Episodi simili non sono inediti: nel 2022, la caduta di un pezzo di razzo da 20 tonnellate ha portato le autorità aeronautiche di Spagna e Francia a chiudere temporaneamente porzioni del loro spazio aereo.
L’incremento dei lanci spaziali annuali aggrava il problema, aumentando le probabilità che detriti finiscano sulla Terra. Nonostante il rischio di colpire direttamente una persona sia stimato intorno al 3%, il numero crescente di missioni spaziali contribuisce a un’accumulazione di pericoli.
Un’orbita sempre più congestionata
Esistono due categorie di detriti da considerare: quelli che precipitano immediatamente dopo un lancio e quelli che rientrano dopo anni in orbita. Questa distinzione è cruciale, poiché le strategie di monitoraggio e prevenzione variano a seconda del caso.
Il primo scenario è relativamente più semplice da gestire. Ad esempio, dopo l’esplosione di un razzo SpaceX poco dopo il lancio, le autorità hanno rapidamente chiuso lo spazio aereo interessato, limitando i pericoli. Il secondo scenario, invece, rappresenta una sfida ben più complessa: quando un detrito spaziale rimane in orbita per anni, il momento e il luogo della sua caduta sono quasi imprevedibili.
I numeri mostrano chiaramente che il fenomeno è in crescita. Solo nel 2024, si sono verificati 258 lanci di successo e 120 rientri incontrollati di detriti di razzi. Attualmente, oltre 2.300 corpi di razzi orbitano attorno alla Terra, mentre il numero di passeggeri aerei è previsto in aumento del 7% nell’anno in corso.
I razzi dotati di sistemi di rientro controllato potrebbero ridurre il problema, ma non tutti i lanciatori adottano questa soluzione, rendendo i detriti spaziali una minaccia sempre più concreta.
Ostacoli economici e mancanza di regolamenti internazionali
Il motivo principale per cui il rientro controllato non è ancora una pratica diffusa è di natura economica e regolamentare. Implementare sistemi di rientro sicuro comporta costi aggiuntivi, un onere che molte aziende spaziali e militari non sono disposte a sostenere.
Inoltre, attualmente non esistono accordi internazionali vincolanti che impongano ai vari operatori di gestire i loro detriti in modo sicuro. Un insieme di regole condivise metterebbe tutti i paesi sullo stesso piano, evitando che alcune nazioni si trovino svantaggiate rispetto ad altre.
Come spiega Ewan Wright, ricercatore dell’Università della British Columbia e autore dello studio, i rientri incontrollati non sono inevitabili, ma una conseguenza di scelte progettuali ed economiche. Aaron Boley, coautore della ricerca, sottolinea che l’attuale situazione rappresenta un rischio trasferito dall’industria spaziale alle compagnie aeree e ai passeggeri.
L’imprevedibilità dei rientri e il rischio per l’aviazione
Uno degli aspetti più critici è la difficoltà nel prevedere con precisione dove cadranno i detriti spaziali. Gli oggetti che rientrano nell’atmosfera possono raggiungere velocità di 8-10 km al secondo, rendendo estremamente complicato stimarne il punto di impatto. Un errore di calcolo anche minimo può determinare una traiettoria che porta il detrito a cadere su un continente diverso da quello previsto.
I controllori del traffico aereo potrebbero trovarsi nella difficile situazione di dover prendere decisioni rapide su quali porzioni di spazio aereo chiudere per garantire la sicurezza dei voli. Il problema è destinato a peggiorare con l’aumento dei lanci spaziali e la proliferazione di satelliti e detriti in orbita.
Gli esperti avvertono che, sebbene la probabilità di un incidente singolo rimanga bassa, il crescente accumulo di oggetti nello spazio aumenta il rischio di un evento catastrofico. Regolamentazioni uniformi e sistemi di monitoraggio avanzati potrebbero ridurre significativamente il pericolo di collisioni con aeromobili o danni a persone e infrastrutture sulla superficie terrestre.