Un antico rotolo di Ercolano, rimasto nascosto dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., è stato finalmente decifrato in parte grazie all’utilizzo di tecnologie di imaging avanzate e intelligenza artificiale. Dopo quasi due millenni, un team di esperti della Vesuvius Challenge e delle Bodleian Libraries di Oxford ha reso pubbliche le prime immagini digitali di questo manoscritto, offrendo uno sguardo inedito su un’opera che si riteneva perduta per sempre.
Un progetto rivoluzionario per decifrare i rotoli di Ercolano
Nel 2023, la Vesuvius Challenge ha lanciato una sfida globale per decifrare i fragili papiri carbonizzati ritrovati a Ercolano, con l’obiettivo di far emergere il loro contenuto senza rischiare di distruggerli. Questo progetto ha attirato l’attenzione di esperti di crittografia, specialisti di intelligenza artificiale e studiosi del mondo classico, tutti uniti dallo scopo di recuperare preziose informazioni da questi testi sepolti dalla catastrofica eruzione vulcanica.
Grazie a questo sforzo collettivo, gli studiosi sono riusciti a identificare le prime parole su uno dei rotoli. Tra queste, spicca il termine greco antico διατροπή, che può essere tradotto come “disgusto”, apparso due volte in alcune sezioni del testo. Un risultato sorprendente che dimostra l’efficacia dei nuovi metodi di analisi non invasiva.
Le immagini digitali del rotolo: un nuovo capitolo nella ricerca
Ora, per la prima volta, gli studiosi hanno rivelato un’immagine dettagliata del rotolo virtualmente srotolato. Il papiro mostra diverse colonne di testo, con circa 26 righe per colonna, aprendo la strada a una più ampia interpretazione del contenuto. Il testo è attualmente sotto esame presso l’Università di Oxford, mentre la Vesuvius Challenge continua a lavorare per decifrarne ogni dettaglio.
A luglio 2024, il rotolo è stato sottoposto a una scansione presso il Diamond Light Source a Harwell, la più importante struttura britannica per la scienza del sincrotrone. Da quel momento, gli studiosi hanno impiegato intelligenza artificiale e nuove tecniche di segmentazione digitale per separare il testo carbonizzato dal resto della superficie del papiro. Questo metodo permette di migliorare la leggibilità delle righe di scrittura e, si spera, di rivelare anche il colofone, la sezione finale del papiro che potrebbe contenere informazioni cruciali sull’opera e sul suo autore.
Un rotolo unico nel suo genere
Questo rotolo di Ercolano ha una storia affascinante. Donato alla biblioteca di Oxford nel XIX secolo da Ferdinando IV, re di Napoli e Sicilia, presenta un inchiostro particolarmente visibile alle scansioni a raggi X, probabilmente a causa di contaminanti come il piombo. Questa caratteristica lo rende uno dei manoscritti meglio leggibili tra quelli scoperti a Ercolano, un fattore che potrebbe accelerare il processo di traduzione e interpretazione.
Nonostante le nuove tecnologie abbiano permesso di individuare l’inchiostro, l’intelligenza artificiale utilizzata nel progetto non è ancora in grado di interpretare i caratteri del testo. La trascrizione e la comprensione dei contenuti restano quindi affidate agli studiosi di lingue antiche, che dovranno ricostruire il significato dell’opera passo dopo passo.
L’importanza di questa scoperta
Richard Ovenden, Bibliotecario di Bodley e Direttore Helen Hamlyn delle Biblioteche Universitarie, ha commentato il successo dell’impresa:
“È un momento incredibile nella storia, in cui bibliotecari, informatici e studiosi dell’antichità collaborano per vedere l’invisibile. I progressi dell’imaging e dell’intelligenza artificiale ci permettono di guardare all’interno di rotoli che non sono stati letti per quasi 2.000 anni. Questo progetto è un perfetto esempio di come le biblioteche, le scienze umanistiche e la tecnologia possano unirsi per comprendere il nostro passato comune.”
Anche il Dr Brent Seales, co-fondatore della Vesuvius Challenge, ha espresso il proprio entusiasmo:
“Siamo entusiasti di aver ottenuto immagini chiare di questo rotolo grazie alla collaborazione con le Bodleian Libraries. Questo rotolo contiene più testo recuperabile di qualsiasi altro esemplare di Ercolano scansionato finora. Tuttavia, il lavoro non è finito: dobbiamo ancora perfezionare i nostri software per leggere integralmente il contenuto di questo e degli altri papiri.”
La scoperta di questo testo segna una svolta nella ricerca sui rotoli di Ercolano e apre scenari inediti per la comprensione della cultura e della letteratura dell’antichità. Con il continuo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate, il sogno di leggere integralmente questi manoscritti, rimasti sepolti per secoli sotto la cenere vulcanica, potrebbe presto diventare realtà.