Un antico rotolo romano, ridotto in cenere dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., è stato srotolato digitalmente grazie a un’innovativa combinazione di raggi X e intelligenza artificiale. Conosciuto come PHerc. 172, il manoscritto fa parte della preziosa collezione di Papiri di Ercolano, oltre 1.800 testi carbonizzati che per secoli sono rimasti illeggibili.
Gli scienziati dell’Università di Oxford, dove sono conservati tre rotoli della collezione, hanno ottenuto immagini dettagliate del testo originale, segnando un traguardo nella ricerca. Ora, il prossimo obiettivo è la traduzione, che potrebbe rivelare nuove conoscenze su uno dei periodi più affascinanti della storia antica.
Il disastro di Ercolano e la perdita di una biblioteca unica
Prima dell’eruzione del Vesuvio, la città romana di Ercolano ospitava una delle più straordinarie raccolte di testi del mondo antico. Situata nella Villa dei Papiri, la biblioteca era circondata da affreschi lussuosi e sculture in marmo, testimoniando l’opulenza dell’epoca.
Quando il vulcano esplose, l’ondata piroclastica incenerì i rotoli, rendendoli fragili come carbone. Tuttavia, la stessa cenere che li distrusse contribuì anche a sigillarli e conservarli, nascondendoli sotto strati di detriti. Nei secoli successivi, vari tentativi di aprirli fisicamente hanno solo peggiorato la loro condizione, causando danni irreparabili.
Oggi, con l’avanzare della tecnologia, si aprono nuove possibilità per leggere e interpretare questi testi senza toccarli fisicamente.
La tecnologia al servizio della storia
Il progresso della scansione a raggi X e l’uso dell’intelligenza artificiale hanno reso possibile ciò che fino a pochi anni fa sembrava impensabile. Il professor Brent Seales dell’Università del Kentucky, esperto in restauro digitale, ha guidato questa ricerca, promuovendo la Vesuvius Challenge nel 2023.
In collaborazione con gli imprenditori Nat Friedman e Daniel Gross, il progetto ha incentivato esperti di tutto il mondo a sviluppare nuovi metodi per estrarre il contenuto dei rotoli senza danneggiarli. PHerc. 172, il rotolo studiato a Oxford, ha rappresentato una tappa fondamentale in questa impresa.
Uno degli aspetti più interessanti è la composizione chimica dell’inchiostro utilizzato nei papiri. Gli studiosi ipotizzano che contenga tracce di piombo, un elemento che lo rende più visibile ai raggi X rispetto ad altri rotoli.
Dalla scansione alla decifrazione
Per ottenere un’immagine chiara del testo nascosto, gli scienziati hanno utilizzato il Diamond Light Source, il più avanzato sincrotrone britannico. Questo dispositivo, capace di produrre fasci di luce altamente intensi, ha permesso di ottenere immagini dettagliate del manoscritto senza bisogno di aprirlo.
Successivamente, l’intelligenza artificiale ha analizzato le immagini per identificare tracce di inchiostro, rivelando per la prima volta le lettere scritte sul rotolo. Tuttavia, il lavoro non è ancora finito: la lettura e la traduzione del testo richiedono l’intervento di esperti in lingua greca antica.
Finora, il primo risultato ottenuto è stata la parola “disgusto”, scritta in greco antico e apparsa due volte nel testo. Questo piccolo ma significativo passo dimostra il potenziale immenso di questa tecnologia nel recuperare conoscenze dimenticate.
Un premio per la scoperta
Nel 2023, un altro rotolo di Ercolano ha rivelato una parola grazie al lavoro dello studente Luke Farritor dell’Università del Nebraska-Lincoln. La parola scoperta, “porpora”, è stata un tassello importante per la comprensione del testo.
Farritor, insieme agli studenti Youssef Nader e Julian Schilliger, ha vinto il gran premio della Vesuvius Challenge, aggiudicandosi 700.000 dollari per aver svelato 15 colonne di testo in un papiro conservato all’Institut de France.
Si ritiene che questi manoscritti contengano testi filosofici legati alla scuola epicurea, offrendo nuove prospettive sul pensiero dell’epoca.
Il futuro della ricerca sui Papiri di Ercolano
Grazie ai successi ottenuti finora, gli studiosi sono determinati a raffinare ulteriormente le tecnologie di scansione e di intelligenza artificiale. L’obiettivo è analizzare più rotoli e mappare le loro superfici, in un processo noto come segmentazione.
Nel lungo termine, si spera che questa ricerca possa stimolare nuovi scavi alla Villa dei Papiri, dove potrebbero trovarsi ancora testi nascosti, pronti a rivelare segreti rimasti sepolti per quasi 2.000 anni.