Salinas, California – Le comunità di lavoratori agricoli e i loro sostenitori hanno alzato la voce contro l’uso del fumigante 1,3-dicloropropene (1,3-D), riconosciuto come cancerogeno dallo Stato della California dal 1989. Durante un’udienza pubblica organizzata dal Dipartimento di Regolamentazione dei Pesticidi della California (DPR), le tensioni sono esplose tra i manifestanti, che chiedevano restrizioni più severe sull’uso della sostanza, e le autorità, accusate di non proteggere adeguatamente i lavoratori e le loro famiglie.
L’udienza pubblica e la protesta drammatica
Giovedì sera, nella contea di Monterey, a circa 160 km a sud di San Francisco, il DPR ha tenuto la terza di quattro udienze pubbliche per raccogliere opinioni sulla sua proposta di regolamentazione del 1,3-D. Questa sostanza è ampiamente utilizzata nei campi di fragole, un’industria chiave per la regione. L’agenzia afferma che le nuove norme garantiranno protezione ai lavoratori, ma molti intervenuti hanno definito il regolamento inadeguato e chiesto un divieto totale o restrizioni più severe.
Durante l’udienza, durata circa due ore, il malcontento è cresciuto progressivamente. I lavoratori agricoli hanno raccontato storie personali di malattie croniche, tumori e problemi di salute causati dall’esposizione ai pesticidi. Alcuni hanno mostrato fotografie di familiari e amici deceduti a causa di malattie che, secondo loro, sono legate ai prodotti chimici utilizzati nei campi.
A mezz’ora dalla fine, la tensione ha raggiunto il culmine. Decine di manifestanti hanno interrotto l’incontro e inscenato un die-in, sdraiandosi a terra e simulando la morte, mentre altri sventolavano cartelli di protesta e marciavano per la sala gridando: “DPR, non ti puoi nascondere, il tuo lato razzista possiamo vedere!”.
Esposizione ai pesticidi: un rischio costante
Gli oratori hanno evidenziato un punto fondamentale: la proposta del DPR si basa su una settimana lavorativa di 40 ore, ma la realtà dei lavoratori agricoli è ben diversa. Le famiglie che vivono vicino ai campi sono esposte ai pesticidi 24 ore su 24, poiché le sostanze chimiche si disperdono nell’aria e possono essere inalate anche fuori dall’orario di lavoro.
Víctor Torres, giovane studente del Monterey Peninsula College e attivista, ha raccontato un episodio scioccante della sua infanzia: a 10 anni, fu portato d’urgenza in ospedale dopo un attacco d’asma scatenato dai pesticidi usati vicino alla sua scuola. Da allora, Torres si batte per una riforma che tuteli i lavoratori e le loro famiglie. “DPR, fai il tuo lavoro! È scandaloso che dobbiamo continuare a raccontare le nostre sofferenze senza che nulla cambi”, ha detto con rabbia.
Ana Barrera, insegnante della zona, ha chiesto al DPR di installare sistemi di monitoraggio dell’aria nelle scuole per rilevare la presenza di pesticidi e adottare misure di emergenza per proteggere studenti e insegnanti. “Le zone di protezione proposte dall’agenzia sono ridicole. I fumiganti si spostano per chilometri e nessuno è al sicuro”, ha dichiarato.
Un problema di giustizia ambientale e razziale
Un’analisi pubblicata da Inside Climate News a dicembre ha rivelato un dato allarmante: mentre l’uso del 1,3-D è diminuito del 20% in tutta la California tra il 2018 e il 2022, nella contea di Monterey è aumentato dell’80%. Questo significa che il peso della contaminazione ricade in modo sproporzionato sulle comunità latine e indigene, che costituiscono la maggioranza dei lavoratori agricoli dello stato.
Mark Weller, direttore della Californians for Pesticide Reform, ha criticato aspramente il DPR, accusandolo di ignorare i rischi per la salute. “Il vostro regolamento protegge solo un lavoratore teorico che lavora dalle 8 alle 16 per 40 anni, senza essere mai stato esposto prima o dopo il lavoro. Ma tutti sappiamo che questo lavoratore non esiste”, ha dichiarato con amarezza.
Lobbying e interessi economici dietro l’uso del 1,3-D
Nonostante il 1,3-D sia vietato in 40 paesi, continua a essere il terzo pesticida più usato in California. Secondo i registri statali, tra il 2015 e il 2024, le industrie agricole e chimiche hanno speso oltre 3,4 milioni di dollari in lobbying per influenzare le decisioni politiche.
A differenza delle potenti aziende del settore, le associazioni ambientaliste e i gruppi per i diritti dei lavoratori hanno fondi limitati. L’unico gruppo non profit che ha fatto pressione per regolamentare l’uso del 1,3-D ha investito appena 17.700 dollari in lobbying, chiedendo che venissero stabiliti limiti di sicurezza uguali per tutti i cittadini della California.
Dow Chemical, il principale produttore del 1,3-D, non ha rilasciato dichiarazioni dettagliate sulle sue attività di lobbying, ma ha continuato a difendere l’uso della sostanza. Durante l’udienza, Renee Pinel, rappresentante della Western Plant Health Association, ha sostenuto che “la California ha già le regolamentazioni più severe del paese” e ha chiesto al DPR di lavorare con l’industria per garantire l’uso continuato del pesticida.
“Senza giustizia non c’è pace”
Verso la fine dell’udienza, la frustrazione tra i presenti ha raggiunto livelli altissimi. Ana Rosa Rizo-Centino, ex attivista della United Farm Workers, ha accusato il DPR di trattare i lavoratori come popolazioni usa e getta. “Dovrebbe importarvi proteggere le persone che vi nutrono”, ha detto con rabbia.
Mentre il DPR insiste nel difendere il proprio operato, la comunità dei lavoratori agricoli continua a lottare per la propria sicurezza e quella delle future generazioni. La battaglia per la regolamentazione del 1,3-D è solo uno dei tanti esempi di ingiustizia ambientale che colpiscono le comunità più vulnerabili negli Stati Uniti.