Le terre pubbliche statunitensi, gli uccelli migratori e le specie in via di estinzione rischiano gravi conseguenze dopo la nuova direttiva di Doug Burgum, appena insediatosi come segretario del Dipartimento degli Interni. Con un ordine di sette pagine, Burgum ha ridotto le protezioni ambientali per favorire lo sviluppo dell’industria petrolifera e del gas.
Trump revoca le politiche di Biden e spalanca le porte ai combustibili fossili
Nel suo primo atto ufficiale, Donald Trump ha eliminato una serie di ordini esecutivi di Joe Biden che promuovevano l’energia pulita e la conservazione ambientale. Sebbene i presidenti cambino spesso le politiche dei loro predecessori, l’intervento di Trump si distingue per la sua portata eccezionale, annullando decine di normative chiave per la tutela delle risorse naturali.
Il Dipartimento degli Interni non ha rilasciato commenti dettagliati sulle decisioni di Burgum, limitandosi a rimandare alla direttiva ufficiale.
Più concessioni minerarie e petrolifere sulle terre pubbliche
Con la sua nuova direttiva, Burgum ha dato ordine ai suoi assistenti segretari di facilitare l’espansione dell’industria fossile, ripristinando tutte le concessioni energetiche bloccate da Biden e mettendo all’asta nuove terre federali per la perforazione petrolifera.
Secondo Jamie Pleune, professore associato dell’Università dello Utah, la motivazione ufficiale di questa politica—una presunta crisi energetica—non regge di fronte ai dati reali:
“Gli Stati Uniti stanno producendo oltre 13 milioni di barili di petrolio al giorno, e milioni di acri di terre federali sono già disponibili per le compagnie fossili. Non si tratta di necessità energetica, ma di un regalo all’industria del petrolio.”
Alan Zibel, ricercatore di Public Citizen, ha confermato che il Dipartimento degli Interni sotto Burgum sembra voler vendere le terre pubbliche agli interessi minerari e petroliferi, ostacolando lo sviluppo delle energie rinnovabili.
“Questa non è una politica neutrale: è un enorme favore ai giganti del fossile, che hanno finanziato la campagna di Trump.”
Monumenti nazionali e aree protette nel mirino
Le terre pubbliche protette dallo sviluppo minerario e fossile, tra cui molti monumenti nazionali, rischiano di perdere il loro status. L’ordine di Burgum impone infatti una revisione delle aree tutelate dall’Antiquities Act del 1906 e dal Federal Land Policy and Management Act del 1976, aprendo la strada alla loro riduzione o eliminazione.
Durante il suo primo mandato, Trump ha già ridimensionato drasticamente i monumenti Bears Ears e Grand Staircase-Escalante nello Utah, istituiti sotto Obama e Clinton. Biden li ha successivamente ripristinati, ma ora l’amministrazione Trump-Burgum sembra intenzionata a tagliarli di nuovo.
Le tribù native americane e gli ambientalisti denunciano che questi siti hanno un enorme valore culturale e naturalistico, ospitando specie rare e proteggendo territori sacri per le comunità indigene. Tuttavia, i repubblicani dello Utah considerano queste tutele un ostacolo all’espansione economica.
I sondaggi mostrano che la maggior parte degli americani sostiene la protezione dei monumenti nazionali, e le organizzazioni ambientaliste si preparano a una nuova battaglia legale per difendere queste aree.
Tom Delehanty, avvocato di Earthjustice, ha avvertito:
“In un’epoca in cui dobbiamo preservare la biodiversità e contrastare il cambiamento climatico, questa politica fa l’esatto opposto: distrugge gli habitat, riduce la fauna e limita l’accesso alla natura per le persone.”
Uccelli migratori e fauna selvatica in pericolo
L’ordine di Burgum minaccia anche il Migratory Bird Treaty Act (MBTA), la legge che protegge oltre 1.000 specie di uccelli migratori dalle attività industriali.
Durante la prima amministrazione Trump, il MBTA è stato modificato per escludere la responsabilità delle industrie in caso di uccisioni accidentali di uccelli, favorendo le compagnie petrolifere e minerarie. Biden ha poi ripristinato le tutele, ma ora Burgum vuole tornare alle regole meno restrittive di Trump.
I numeri sono allarmanti: dal 1970, il Nord America ha perso 3 miliardi di uccelli a causa della distruzione degli habitat, del cambiamento climatico e dell’inquinamento industriale.
Noah Greenwald, direttore delle specie in via di estinzione presso il Center for Biological Diversity, ha definito l’ordine di Burgum un pericolo per la fauna americana:
“Stiamo assistendo a un attacco senza precedenti alle specie protette e agli ecosistemi. Questa politica favorirà l’estinzione della fauna selvatica e accelererà la crisi climatica.”
Danni irreversibili per la biodiversità negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti orientali, la Carolina del Nord ospita uno dei più importanti corridoi migratori per uccelli, l’Atlantic Flyway, dove ogni anno transitano falchi, cigni della tundra e paruline. Il lago Mattamuskeet, una delle principali aree di svernamento, potrebbe essere gravemente compromesso dalle nuove politiche.
Anche nell’Ovest americano, la fauna rischia la sopravvivenza. Il Greater Sage-Grouse, già a rischio estinzione, è fortemente minacciato dalla ripresa delle concessioni minerarie nelle terre pubbliche.
Secondo Greenwald:
“Se il Dipartimento degli Interni riapre questi territori all’estrazione, specie come il Sage-Grouse potrebbero scomparire definitivamente.”
Previste cause legali contro la nuova direttiva
Le modifiche introdotte da Burgum dovranno passare attraverso un processo di regolamentazione, ma gli esperti prevedono una lunga serie di battaglie legali.
Earthjustice e altre associazioni ambientaliste hanno già annunciato che impugneranno ogni tentativo di revocare le protezioni per le terre pubbliche e la fauna selvatica.
“Non staremo a guardare mentre distruggono il nostro patrimonio naturale. Difenderemo questi luoghi con ogni mezzo legale possibile,” ha dichiarato Delehanty.