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L’amministrazione di Donald Trump sta procedendo con una rapida eliminazione di dati scientifici e pagine web relative ai cambiamenti climatici, mentre gruppi di ricerca e università si affrettano a preservare queste informazioni cruciali. Le politiche attuate dal nuovo governo, tra cui il ritiro dagli accordi di Parigi e il taglio dei finanziamenti federali per il clima, stanno generando confusione e allarme tra esperti e cittadini.
Tagli ai finanziamenti e blocchi normativi
Nei primi giorni della sua amministrazione, Trump ha firmato oltre 40 ordini esecutivi, molti dei quali hanno un impatto diretto sulla regolamentazione ambientale. Tra le azioni più criticate, un memorandum federale ha sospeso sovvenzioni e prestiti già approvati, causando un’ondata di proteste e battaglie legali. Nonostante alcune revoche parziali, molti dei finanziamenti destinati alla ricerca sul clima restano bloccati.
Il Congresso, attualmente controllato dal Partito Repubblicano, potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo a qualsiasi tentativo di ripristino delle normative ambientali in vigore sotto l’amministrazione Biden.
Eliminazione di dati e pagine web
Uno degli aspetti più preoccupanti è la rimozione sistematica di riferimenti ai cambiamenti climatici dai siti web delle agenzie federali. I dipendenti del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno ricevuto ordini di cancellare contenuti sul clima dalle proprie piattaforme online, mentre i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno eliminato dati su HIV, vaccini, long COVID e questioni di genere.
L’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) ha rimosso gran parte delle informazioni sui cambiamenti climatici dalla sua homepage, suscitando critiche da parte degli esperti. La Casa Bianca e l’EPA non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, mentre il CDC ha affermato che le modifiche rispondono agli ordini esecutivi del 20 gennaio firmati da Trump.
I ricercatori corrono ai ripari
In risposta a questa eliminazione massiva di informazioni, diversi gruppi accademici e organizzazioni indipendenti si sono mobilitati per salvare e archiviare i dati cancellati. L’Environmental Data and Governance Initiative (EDGI) sta documentando i cambiamenti nei database governativi, evidenziando la sistematica rimozione di riferimenti ai cambiamenti climatici.
Secondo la cofondatrice del gruppo, Gretchen Gehrke, quanto sta accadendo ricorda il primo mandato di Trump, quando molte pagine federali furono modificate o eliminate per eliminare riferimenti alle energie rinnovabili.
Un’importante iniziativa di salvataggio è guidata dall’Internet Archive, che sta effettuando una scansione di milioni di pagine web governative per conservarle a scopo storico e di ricerca. Questo permette di accedere a dati che, sebbene eliminati dai siti ufficiali, restano disponibili attraverso la Wayback Machine.
Strumenti per monitorare i rollback normativi
Oltre a salvare i dati, diversi gruppi di ricerca stanno creando strumenti per monitorare l’impatto delle decisioni dell’amministrazione Trump.
L’Università della Columbia, con il suo Sabin Center for Climate Change Law, ha sviluppato il Climate Backtracker, un sistema che tiene traccia delle azioni governative volte a smantellare le protezioni climatiche. Michael Gerrard, avvocato ambientale e direttore del Sabin Center, ha dichiarato che sempre più cittadini vogliono capire come queste politiche influenzeranno la loro vita e il loro futuro.
Scelte politiche e conseguenze globali
Le scelte dell’amministrazione Trump stanno avendo ripercussioni anche a livello internazionale. L’Indonesia, dopo il ritiro degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi, sta valutando se uscire anch’essa dall’accordo. Hashim Djojohadikusumo, inviato speciale per il clima, ha dichiarato: “Se gli Stati Uniti non vogliono rispettare l’accordo, perché dovrebbe farlo l’Indonesia?”.
Anche l’Argentina sta considerando di seguire la stessa strada, aumentando il rischio di un effetto domino che potrebbe compromettere gli impegni globali per la riduzione delle emissioni.
Impatti economici e ambientali
Le conseguenze delle politiche climatiche di Trump si riflettono anche sul mercato immobiliare e assicurativo. Uno studio della First Street Foundation prevede che, entro il 2055, le perdite di valore delle case negli Stati Uniti potrebbero ammontare a 1,47 trilioni di dollari, a causa dell’aumento del rischio climatico e della crescita dei premi assicurativi.
In California, l’assicuratore State Farm ha richiesto un aumento del 22% delle tariffe per i proprietari di case, giustificandolo con le perdite subite a seguito dei devastanti incendi. L’azienda ha già pagato oltre 1 miliardo di dollari in risarcimenti solo nei primi mesi dell’anno.
Nuove nomine e controversie
Nel frattempo, la Casa Bianca ha annunciato la nomina di Neil Jacobs a capo della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Già amministratore ad interim durante il primo mandato di Trump, Jacobs fu al centro dello scandalo “Sharpiegate”, quando sostenne la falsa affermazione del presidente secondo cui l’uragano Dorian avrebbe colpito l’Alabama.
Dopo l’uscita dall’amministrazione, Jacobs ha lavorato per l’Earth Prediction Innovation Center, sviluppando modelli meteorologici open-source. Tuttavia, la sua nomina desta preoccupazione tra gli esperti climatici, che temono una possibile politicizzazione delle previsioni meteo e climatiche.
Attivismo e resistenza
Nonostante il contesto difficile, attivisti e ricercatori continuano a mobilitarsi per proteggere l’ambiente. Un gruppo di ambientalisti ha recentemente acquistato un terreno in Kentucky destinato alla costruzione di un carcere federale, con l’intenzione di trasformarlo in un habitat per bisonti. Il progetto, chiamato Appalachian Renewal Project, mira a ripristinare l’ecosistema e a fermare il consumo di suolo per infrastrutture dannose per l’ambiente.
Taysha DeVaughan, membro della Nazione Comanche, ha dichiarato: “È il ritorno di un antenato, di un parente”, sottolineando il valore simbolico e culturale del progetto.
Mentre l’amministrazione Trump continua a smantellare le protezioni climatiche, la comunità scientifica e gli attivisti rispondono con determinazione, cercando di salvare i dati e creare soluzioni per affrontare il futuro incerto del clima globale.