Il numero di brevetti per tecnologie oncologiche è in calo in Europa, ma l’Italia si distingue come eccezione, posizionandosi al sesto posto nel continente sia per il numero di brevetti sia per la vivacità delle startup nel settore. È quanto emerge dal rapporto “Nuove frontiere in oncologia” dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo), pubblicato in occasione della Giornata mondiale contro il cancro.
Lo studio, che copre il periodo tra il 2010 e il 2021, evidenzia come il settore delle tecnologie per la lotta al cancro stia crescendo rapidamente, con particolare slancio nell’immunoterapia cellulare (+37,5% di brevetti all’anno tra il 2015 e il 2021), nella terapia genica (+31%) e nell’analisi delle immagini (+20%). Tuttavia, l’Unione Europea rischia di perdere il proprio vantaggio competitivo rispetto agli Stati Uniti, dove il numero di startup in fase di crescita avanzata è significativamente più alto: 40% negli USA contro il 24% nell’UE.
L’Italia tra i leader europei nella ricerca oncologica
Nonostante il quadro complessivamente preoccupante per l’Europa, l’Italia emerge come un hub promettente per l’innovazione oncologica. Il nostro Paese ha registrato oltre 1.100 famiglie di brevetti (Ipf) tra il 2010 e il 2021, corrispondenti a oltre l’1% del totale europeo. Solo nel periodo 2017-2021, l’Italia ha contribuito per il 4,6% del totale delle tecnologie oncologiche brevettate in Europa, un dato che conferma la solidità del settore.
Anche sul fronte delle startup, l’Italia occupa il sesto posto in Europa, con 80 nuove imprese dedicate alla lotta contro il cancro. Ciò che distingue il nostro Paese è la percentuale di startup in fase iniziale, che supera il 46%, la più alta tra i principali paesi europei. Questo elemento è un chiaro segnale del potenziale innovativo italiano e delle prospettive di crescita futura nel campo della ricerca oncologica.
A guidare la classifica delle nazioni europee con più startup oncologiche è il Regno Unito (290 startup), seguito da Francia (246), Germania (208), Svizzera (151) e Svezia (112). L’Italia, pur essendo sesta, dimostra una particolare vivacità nella fase di avvio delle imprese del settore.
Il ruolo cruciale della ricerca pubblica in Italia
Uno degli elementi chiave che ha contribuito alla crescita del settore oncologico italiano è il ruolo degli enti di ricerca pubblici e delle università. Tra il 2016 e il 2021, ben il 38,4% dei progressi nel settore oncologico in Italia è stato trainato direttamente da questi istituti, una percentuale che supera la media europea del 34,9%. Se si includono anche i contributi indiretti alla ricerca, il dato italiano sale addirittura al 59,5%, a conferma del peso strategico delle istituzioni accademiche e scientifiche nel supportare l’innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie per la cura del cancro.
Lo studio dell’Epo evidenzia inoltre che, a livello europeo, oltre il 12% delle domande di brevetto in oncologia proviene da istituti di ricerca, anche se le aziende private si occupano poi della loro registrazione ufficiale. Questo sottolinea l’importanza di creare ponti tra il mondo accademico e l’industria, per garantire che le scoperte scientifiche possano essere tradotte in soluzioni concrete per i pazienti oncologici.
Un futuro da consolidare: investimenti e sostegno alle startup
Nonostante i segnali positivi provenienti dall’Italia, il presidente dell’Epo, António Campinos, ha sottolineato la necessità di un maggiore sostegno alle startup nel settore oncologico. “L’Europa deve reagire per mantenere il suo vantaggio competitivo nell’innovazione sanitaria e salvare vite umane” ha dichiarato, evidenziando come le startup europee rappresentino un pilastro essenziale nella lotta contro il cancro, ma necessitino di finanziamenti adeguati per sviluppare le proprie invenzioni e portarle sul mercato.
L’Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista in questo ambito, ma la sfida sarà quella di trasformare il grande numero di startup in fase iniziale in aziende solide e competitive, capaci di attrarre investimenti e sviluppare soluzioni innovative per la lotta al cancro.