La Terra, con il suo nucleo di ferro fuso in continuo movimento, genera un campo magnetico che avvolge il pianeta, proteggendolo dalle radiazioni solari. Ma questo scudo invisibile non è solo una barriera protettiva: molte specie, dagli uccelli migratori ai mammiferi, lo usano per orientarsi e navigare attraverso distanze impressionanti.
Se per noi umani una bussola è spesso necessaria per non perderci, il mondo animale ha sviluppato un senso molto più avanzato, noto come magnetorecezione. Alcuni uccelli sembrano addirittura “vedere” le linee del campo magnetico, mentre cani e volpi lo sfruttano in modi sorprendentemente diversi.
Gli uccelli: maestri della navigazione magnetica
Uno degli esempi più affascinanti di magnetorecezione è quello degli uccelli migratori, che riescono a viaggiare per migliaia di chilometri senza perdere l’orientamento. Studi recenti suggeriscono che alcune specie, come il pettirosso europeo, non solo usano il campo magnetico per orientarsi, ma potrebbero addirittura percepirlo visivamente grazie a una particolare proteina presente nei loro occhi: il criptocromo 4.
Secondo il biologo Henrik Mouritsen dell’Università di Oldenburg, questi uccelli sfruttano un processo quantistico per rilevare il campo magnetico. Quando un fotone colpisce il criptocromo, si innesca una reazione che crea una coppia di particelle entangled (intrecciate a livello quantistico). La durata di questo stato quantistico è influenzata dal campo magnetico terrestre, permettendo all’uccello di orientarsi.
Sorprendentemente, questo fenomeno avviene per un tempo insolitamente lungo, molto più di quanto sia possibile replicare nei laboratori. Gli esperti come Erik Gauger dell’Università Heriot-Watt si dicono stupiti da questa capacità della natura di mantenere stati quantistici così stabili.
I mammiferi e l’uso inaspettato del campo magnetico
Se gli uccelli sfruttano il campo magnetico per attraversare continenti, altri animali lo usano per scopi molto più… pratici.
Uno studio del 2013 pubblicato su Frontiers in Zoology ha rivelato che i cani, durante l’atto della defecazione, tendono ad allinearsi lungo l’asse nord-sud in condizioni di campo magnetico stabile. Gli scienziati non sanno ancora se questo comportamento sia conscio o inconscio, ma è una prova che anche i mammiferi percepiscono il magnetismo terrestre.
E i bovini? Anche le mucche e i cervi sembrano preferire orientarsi lungo l’asse nord-sud, sebbene non sia chiaro il motivo. Più sorprendente è il caso delle volpi rosse, che utilizzano la magnetorecezione per cacciare.
Quando una volpe salta per catturare una preda nascosta sotto la neve, tende a lanciarsi in direzione nord-est. Le ricerche dimostrano che gli attacchi in questa direzione hanno un tasso di successo del 74%, mentre quelli verso sud-ovest scendono al 60% e in altre direzioni addirittura sotto il 18%.
Gli esseri umani hanno un senso magnetico?
Se uccelli, cani e volpi possono percepire il campo magnetico terrestre, viene spontaneo chiedersi: anche gli esseri umani hanno questa capacità?
Uno studio del 2019 condotto dal Caltech, guidato da Joseph Kirschvink, ha suggerito che il cervello umano reagisce ai cambiamenti nel campo magnetico. Durante l’esperimento, i partecipanti sono stati esposti a variazioni controllate di campi magnetici, e le loro onde cerebrali hanno mostrato reazioni misurabili.
Tuttavia, questo non significa necessariamente che gli esseri umani usino consapevolmente questa capacità. Kenneth Lohmann, esperto di magnetorecezione, sottolinea che una cosa è individuare un cambiamento nell’attività cerebrale, un’altra è dimostrare che gli esseri umani possano effettivamente percepire e sfruttare il campo magnetico nella vita quotidiana.
Anche se il nostro rapporto con il magnetismo terrestre non è paragonabile a quello degli uccelli migratori o delle volpi, la ricerca suggerisce che potremmo possedere ancora tracce di questo senso antico. Forse, in un lontano passato evolutivo, anche noi abbiamo sfruttato il magnetismo della Terra per orientarci nel mondo.