La calotta glaciale dell’Antartide occidentale potrebbe essere meno vulnerabile a un collasso completo di quanto si pensasse, secondo un nuovo studio che ha analizzato il comportamento della piattaforma di ghiaccio Ronne durante un periodo caldo avvenuto oltre 120.000 anni fa. Tuttavia, sebbene questa scoperta suggerisca che la calotta potrebbe non sciogliersi completamente nel breve termine, le incertezze sul suo destino rimangono alte, soprattutto a causa del cambiamento climatico antropogenico.
Un passato più caldo e una calotta sorprendentemente stabile
Durante l’ultimo periodo interglaciale, tra 117.000 e 126.000 anni fa, i cambiamenti nell’orbita terrestre hanno determinato un innalzamento delle temperature nell’Antartide occidentale persino superiore a quello attuale. Un gruppo di scienziati, guidato da Eric Wolff dell’Università di Cambridge, ha esaminato come la piattaforma di ghiaccio Ronne abbia reagito a quelle condizioni estreme.
L’analisi si è basata su una carota di ghiaccio perforata a circa 650 chilometri dal bordo della piattaforma, con l’obiettivo di misurare le concentrazioni di sale marino. Se il ghiaccio si fosse ritirato drasticamente in quel periodo, la carota avrebbe mostrato un aumento significativo di sale, segno che l’oceano era più vicino. Tuttavia, i dati hanno rivelato che le concentrazioni saline erano simili, o addirittura inferiori, a quelle attuali, suggerendo che la piattaforma di ghiaccio è rimasta stabile.
Anche le misurazioni degli isotopi dell’acqua nella carota, che riflettono i cambiamenti meteorologici influenzati dalle calotte glaciali, supportano questa conclusione: la piattaforma di ghiaccio Ronne ha resistito al periodo caldo dell’ultimo interglaciale.
Meno vulnerabilità, ma il rischio di scioglimento resta elevato
Questa scoperta potrebbe ridimensionare alcune delle proiezioni più catastrofiche sul collasso della calotta glaciale dell’Antartide occidentale. Se la piattaforma di ghiaccio Ronne ha superato un periodo di temperature più alte di quelle attuali, allora la sua resistenza al riscaldamento potrebbe essere maggiore del previsto.
“È una buona notizia e una cattiva notizia,” spiega Wolff. “Non abbiamo ottenuto lo scenario peggiore, ma non possiamo escludere che un collasso significativo avvenga nei prossimi cento o duecento anni.”
Infatti, le condizioni climatiche di oggi sono molto diverse rispetto all’ultimo interglaciale. Il riscaldamento globale attuale è guidato dalle emissioni di gas serra, il che potrebbe portare a un aumento delle temperature oceaniche in modo molto più rapido e diffuso. Se le acque calde riuscissero a intrudere sotto la calotta glaciale, potrebbero accelerare lo scioglimento e destabilizzare le masse di ghiaccio più vulnerabili.
Le incognite: ghiacciai più fragili e livelli del mare in aumento
Nonostante la stabilità della piattaforma di ghiaccio Ronne, altre aree della calotta antartica potrebbero essere più vulnerabili. Ghiacciai come il Thwaites e il Pine Island, situati nella stessa regione, sono già in fase di arretramento accelerato. Secondo Timothy Naish, dell’Università Victoria di Wellington, lo studio “implica che non ci sia stata una completa deglaciazione dell’Antartide occidentale, ma non ci dà abbastanza informazioni per rilassarci.”
Inoltre, la carota di ghiaccio analizzata non copre il periodo più caldo dell’ultimo interglaciale, quindi resta ancora incertezza su quanto sia stato estremo lo scioglimento in altre parti dell’Antartide. Secondo Andrea Dutton, dell’Università del Wisconsin-Madison, “questa è un’osservazione davvero importante, ma ci vorrà tempo per comprenderne pienamente il significato.”
Il futuro della calotta antartica e le conseguenze globali
Le proiezioni più estreme dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) indicano che, se la calotta glaciale dell’Antartide occidentale dovesse collassare completamente, il livello del mare potrebbe aumentare di 2 metri entro il 2100. Questo scenario avrebbe conseguenze devastanti per le città costiere e le comunità di tutto il mondo.
Anche se il nuovo studio suggerisce una maggiore resistenza della calotta, non significa che il problema sia risolto. I processi di scioglimento sono complessi e il clima attuale sta cambiando molto più rapidamente rispetto al passato. La stabilità della calotta glaciale rimane quindi una delle questioni più urgenti per comprendere il futuro degli oceani e del nostro pianeta.