Gli uccelli grassi (Steatornis caripensis) sono creature così straordinarie che sembrano uscite da un racconto fantastico. Questi volatili notturni, frugivori e capaci di ecolocalizzazione, hanno caratteristiche talmente insolite che spesso vengono paragonati ai pipistrelli.
Scopriamo di più su questa affascinante specie, le sue origini, le sue abitudini e il motivo per cui è considerata una delle più strane del Sud America.
Origini e diffusione dell’uccello grasso
Questo particolare volatile è originario del Sud America, dove si trova in paesi come Colombia, Venezuela e Bolivia. È conosciuto con il nome di “guácharo”, un termine che deriva dallo spagnolo e significa “lamentatore”, probabilmente a causa dei suoi richiami stridenti.
L’uccello grasso appartiene alla famiglia dei Caprimulgiformi, che comprende anche specie peculiari come i succiacapre e i potoo, con cui condivide alcuni tratti distintivi, tra cui i baffetti attorno al becco.
Il nome “uccello grasso” ha una storia singolare e piuttosto macabra. Fu il naturalista Alexander von Humboldt a coniarlo dopo aver osservato che le popolazioni indigene del Venezuela utilizzavano il grasso dei pulcini di questa specie per scopi alimentari e per produrre combustibile per le torce. Questo perché i piccoli dell’uccello grasso sono estremamente ricchi di lipidi, accumulando un’elevata quantità di grasso durante la crescita.
Vive nelle caverne, ma non sempre
Per molto tempo si è creduto che gli uccelli grassi vivessero esclusivamente nelle grotte, formando colonie che possono raggiungere migliaia di esemplari. Tuttavia, una ricerca condotta nel 2009 ha rivelato un dettaglio sorprendente: trascorrono solo un giorno su tre nelle caverne. Il resto del tempo lo passano appollaiati sugli alberi della foresta pluviale, dove rigurgitano i semi della frutta che hanno ingerito.
Questa abitudine di rigettare i semi mentre riposano li rende importantissimi per l’ecosistema, poiché contribuiscono alla dispersione delle piante tropicali.
Un comportamento che ricorda i pipistrelli
Le somiglianze tra l’uccello grasso e i pipistrelli sono davvero incredibili. Entrambi:
- Sono notturni, attivi principalmente nelle ore più buie;
- Si rifugiano nelle caverne, anche se non in modo esclusivo;
- Utilizzano l’ecolocalizzazione per muoversi nell’oscurità.
L’ecolocalizzazione è un’abilità tipica di alcuni mammiferi, come i pipistrelli e i delfini, ma è estremamente rara tra gli uccelli. Gli uccelli grassi emettono suoni a bassa frequenza che rimbalzano sulle pareti delle caverne, permettendo loro di orientarsi in spazi completamente bui.
A differenza della maggior parte delle specie di pipistrelli, i suoni prodotti dagli uccelli grassi possono essere percepiti dall’orecchio umano, risultando in richiami acuti e striduli.
Gli unici uccelli notturni, frugivori e volanti
Oltre all’ecolocalizzazione, gli uccelli grassi si distinguono per un’altra peculiarità eccezionale: sono gli unici uccelli al mondo che combinano tre caratteristiche uniche:
- Attività notturna
- Dieta frugivora (si nutrono esclusivamente di frutta)
- Capacità di volare
Questa combinazione li rende assolutamente unici nel regno animale, poiché la maggior parte degli uccelli notturni è carnivora o insettivora.
Un ruolo cruciale nell’ecosistema
Nonostante il loro aspetto bizzarro e il nome poco lusinghiero, gli uccelli grassi svolgono un ruolo essenziale nella foresta pluviale. Nutrendosi di frutta e rigurgitando i semi, favoriscono la rigenerazione delle piante tropicali, contribuendo alla biodiversità delle regioni in cui vivono.
Sono, in un certo senso, i giardinieri delle foreste tropicali, e la loro sopravvivenza è fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio ambientale.
Anche se non utilizzano l’ecolocalizzazione per trovare il cibo, come fanno i pipistrelli, gli uccelli grassi rimangono una delle specie più affascinanti e misteriose del Sud America.